Soffia: “Tanta emozione alla presentazione a Piazza di Spagna. La tifoseria è molto calda”

Angelica Soffia, calciatrice della Roma Femminile, è intervenuta attraverso il profilo ufficiale di Roma TV ed ha parlato anche di questo periodo di quarantena. Queste le sue parole:

Come stai vivendo questo periodo?

Studio e mi alleno. La Roma ci ha dato il programma da fare a casa e tra poco avrò l’esame all’università. Guardo serie tv, per ora me la vivo bene.

Siete un gruppo divertente…

Non ci annoiamo mai, mi aiutano ad essere più aperta al divertimento. Abbiamo un bel gruppo.

Prima sensazione quando sei arrivata a Roma?

La prima sensazione me l’ha data quando siamo andate a Piazza di Spagna per la presentazione, tanta emozione e quando sono stata allo stadio ho visto quando è calda la tifoseria, sia fuori che dentro il campo.

Come hai affrontato i primi giorni a Roma lontano dalla famiglia?

Sono uscita di casa quando andavo in seconda superiore, sono sempre riuscita gestire la lontananza perché vivo bene da sola. Anche le compagne di squadra mi hanno aiutato ad andare avanti, Roma ti accoglie bene. La prima domanda che mi hanno fatto quando sono entrata in classe è stata se ero della Roma o della Lazio. Roma è imparagonabile come città, mi trovo molto bene.

Com’è stato esordire in Champions?

Ho esordito in Kazakistan, avevo 16 anni non realizzavo al 100% cosa stava succedendo. Volevo fare il meglio possibile per far vincere la squadra. Tanta roba esordire in Champions League.

Dove trovi la tranquillità che dimostri in campo?

In tutto quello che faccio sono tranquilla, anche troppo. Anche in campo a volte mi dico che devo fare le cose più veloci senza pensare troppo.

Sei la terza più ammonita della Roma…

Mi è sempre stato detto che mi facevo picchiare in campo e allora mi sono detta che a 20 anni dovevo incominciare a farmi sentire.

Da che ruolo hai iniziato?

Giocavo attaccante esterno, poi centrocampista finchè per esigenze mi hanno messo a fare l’esterno ed alla fine sono arrivata terzino perché in un’annata nella Nazionale mancavano terzini, in una partita a Bari contro la Repubblica Ceca ho giocato una grandissima partita in quel ruolo. Posso fare anche altri ruoli però.

Qual e la caratteristica più importante per un gruppo?

La principale è l’umiltà perché se non c’è nessuno si sacrifica per l’altro. Il nostro gruppo ne ha tanta. Importante è anche la cattiveria agonistica, che ti fa arrivare anche dove la tecnica non arriva.

Cosa ti manca della tua vita da calciatrice?

Mi mancano tanto le mie compagne di squadra, non l’avrei mai detto. Mancano le risate in palestra, mancano i mister e la coach. Manca tutto l’ambiente.

Non ti è mai capitato di stare cosi tanto tempo lontana dal campo…

Si, anche in vacanza ti alleni in modo diverso da ora. Mi manca il gruppo.

Sono arrivate tante giocatrici nuove che si sono inserite bene…

Si, anche le straniere si impegnano tantissimo a studiare l’italiano, tengono tanto alla maglia. A Roma la maglia è molto importante.

Cosa si prova ad indossare la maglia della Roma?

Mentre ci stavamo scaldando contro la Fiorentina questo anno ho alzato la testa e c’era l’inno, tutte le mie compagne cantavano e mi hanno dato un’idea di unione.

E’ stata una partita spartiacque quella contro la Fiorentina?

Le partite al vertice ci mettono o l’adrenalina in più o la paura. Abbiamo una consapevolezza di partenza del nostro livello, però ad un certo punto quando capitano episodi negativi sale la paura.

Il tuo primo gol ufficiale con la Roma è arrivato con il San Marino…

Si, è stato un episodio fortunato ma non è accaduto per caso.

Per arrivare dove sei arrivata, ti sei allenata anche da sola quando eri piccola?

Sono in via di sviluppo come calciatrice, sono stata sempre fortunata perché quando giocavo con i ragazzi il mister era il compagno di mia madre e mi ha inserito bene.

Tua mamma non voleva che facessi calcio…

Io ho fatto un sacco di sport: danza classica, 4 anni, pattinaggio, tennis agonistico, nuoto ed equitazione e alla fine ho puntato al calcio. Andavo di nascosto con il compagno di mia madre (mister, ndr) a giocare, i miei primi scarpini sono stati quelli di Del Piero.

A che eta hai cominciato a dare i primi calci?

10-11 anni, un po’ tardi.

Le iniziative della Roma dimostrano un legame forte tra Roma squadra e Roma città…

Si lo hanno dimostrato gli aiuti agli over 70, gli anziani sono quelli più a rischio.

Alla ripresa che squadra pensi ritroveremo?

Sarà una bella sorpresa, il nostro gruppo è diverso da quello delle altre squadre e la lontananza ci ha unite ancora di più e quando ricominceremo ci potrà dare quella spinta in più.

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