Silenzio, fischi. Si è spaccata anche la Sud

Corriere dello Sport (R.Maida) – Mai visto. La Curva Sud che fischia la Curva Sud. Amici contro, in un’alternanza tra cori “politici” e fischi di disapprovazione tra tifosi della stessa squadra. La Roma affonda? Pazienza: gli ultrà avevano un altro conto da saldare, ritenuto più importante rispetto al quarto derby stagionale.

LE MISURE – Nessuno poteva immaginare uno scenario simile, innescato da un comunicato diramato sabato sera dai gruppi organizzati della Sud. Per intendersi, sono gli stessi che hanno scioperato a oltranza tenendosi a debita distanza dallo stadio Olimpico fino alla rimozione delle barriere divisorie. In occasione della partita contro la Lazio non tiferemo, spiegavano, per protestare contro le misure cautelari decise a carico di 13 tifosi, ritenuti colpevoli dal tribunale di Roma di un’aggressione avvenuta in zona Termini ai danni di un gruppo di turisti svedesi in occasione del derby del 3 aprile 2016. Il pretesto, secondo gli investigatori, era stato la maglietta della Lazio indossata da uno degli avventori di un pub di Via Palestro. Gli arrestati, molti dei quali pregiudicati e sotto regime di Daspo, sarebbero tutti parte del Gruppo Roma, cioè il nucleo centrale della Curva Sud, e dopo l’ultimo provvedimento, oltre a non seguire più le partite della Roma, non potranno neppure lasciare il comune di appartenenza senza l’autorizzazione del magistrato.

RIBELLIONE – Da qui la strategia oltranzista studiata nelle ultime ore dai capipopolo. Niente striscioni, niente bandiere, niente cori per tutta la partita. «Hanno creato dei mostri, allora vi diciamo che lo siamo tutti» è stato il motto. La Curva Nord tifava e spronava la Lazio, la tanto celebrata Curva Sud stava in silenzio. Con un’eccezione: gli slogan dedicati ai «Fratelli» assenti («Diffidati con noi!») e gli insulti alle forze dell’ordine, rei di «essersi bevuti» i tifosi violenti, cioè di averli arrestati. Ma dopo un tempo e mezzo di atmosfera surreale, il fronte dei contestatori si è spaccato. I Fedayn, storico gruppo sistemato nella parte alta del settore, ha cominciato a tifare e la maggioranza rumorosa, ma disorganizzata, ha fischiato gli ultrà: è una clamorosa ribellione che non ha precedenti nella storia recente del tifo romano. Era già successo che piovessero dei fischi in Curva Sud, in occasione degli ululati razzisti, da parte di chi si dissociava dal famigerato malcostume, ma mai il tribunale popolare aveva così sonoramente bocciato un’iniziativa dei leader. reazioni. Neppure Spalletti, che già in passato si era esposto per riportare la Curva Sud allo stadio, è riuscito a spingere la gente a incitare la squadra in difficoltà, nonostante qualche timido tentativo gestuale. E dopo il derby, sui social network il dibattito si è infiammato. In molti, di ritorno dallo stadio, hanno scritto di essersi vergognati per lo spettacolo andato in scena all’Olimpico, che si è aggiunto alla delusione per la sconfitta. Diversi presenti in Curva Sud assicurano di essere stati minacciatiNon cantate, altrimenti…»). Di sicuro la cancellazione delle barriere, e quindi il ritorno degli ultrà, non ha portato fortuna alla Roma: tra il derby di Coppa Italia vinto inutilmente, il pareggio con l’Atalanta e la sconfitta di ieri, per i tifosi non è più stata festa con il settore riunificato.

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