Sì, ora Schick ha capito

Corriere dello Sport (R.Maida) Ma perché Schick non gioca mai? Se lo chiedono tanti tifosi, nonostante il periodo felice della Roma, perché sono incuriositi da un fiore luccicante che fatica a sbocciare al termine di un freddo inverno. Se lo chiede anche qualche dirigente, che forse non si aspettava tanti problemi di integrazione per uno dei migliori giovani del campionato scorso. Ma Eusebio Di Francesco è stato chiaro: per giocare e togliere il posto a Dzeko, Schick deve ancora crescere tanto.

L’INTERVISTA – Sembra essersene convinto anche lo stesso giocatore, che ieri dal ritiro della nazionale ceca ha usato toni molto diversi rispetto all’intervista “presuntuosa” rilasciata sempre a un giornale del suo Paese il 7 novembre scorso, nel bel mezzo di un problematico infortunio che ne aveva ritardato l’inserimento. «Non è una situazione semplice, non voglio mentire – ha detto – perché ho perso un po’ di fiducia in me stesso. Ma soltanto allenandomi con impegno potrò trovare spazio nella Roma, fermo restando che nel mio ruolo gioca Dzeko e da lui posso soltanto imparare». Ecco, il ruolo. Di Francesco ha provato a farlo giocare esterno d’attacco, l’esperimento non ha funzionato: «Non è la mia posizione ideale. Ma non voglio avere alibi. Nemmeno per i tanti problemi fisici (tre lesioni allo stesso muscolo della stessa coscia, ndr) che mi sono capitati in pochi mesi. La verità è che le cose non sono andate come immaginavo, ho sentito la pressione di una grande piazza. Ma non intendo mollare, voglio restare alla Roma per dimostrare il mio valore».

CONFRONTO – Sono lontani anni luce i tempi in cui diceva di mirare a club come «Real Madrid, Barcellona e Manchester United. Tra pochi anni mi sposterò più in alto, anche se non è facile trovare una squadra migliore della Roma» e nei quali raccontava di non essere adatto «ad aggredire gli avversari come un pazzo, sono un tipo che vuole giocare nel modo più intelligente possibile e più possibile col pallone». Schick, nella sua versione 2018, appare decisamente più in linea con le richieste di Di Francesco.

RAMPA DI LANCIO – L’allenatore da qualche settimana ha cominciato a vederlo sotto altri occhi. Anche il modo di lavorare, l’approccio mentale alla fatica gli allenamenti, lo convince di più. Aveva anche pensato, visto che la Roma giocava a Crotone, di riprovarlo come esterno d’attacco. Ma poi ha preferito non stravolgere l’equilibrio di squadra, specialmente in questo momento di esaltazione collettiva. Non lo ha ancora utilizzato in Champions League, neppure per un minuto, ma non esclude di farlo debuttare proprio contro il Barcellona, ovviamente per uno spezzone di partita, se le condizioni della sfida lo consiglieranno. Non ci sono preclusioni, insomma. Di Francesco si aspetta che Schick si prenda il posto da solo, come a febbraio è successo a Cengiz Ünder. Continuerà a stimolarlo e a rincuorarlo, sperando di ottenere una reazione immediata. Altrimenti, arrivederci alla prossima stagione auspicando di riaverlo al top sia fisicamente che psicologicamente: un investimento da 42 milioni non può essere liquidato con una stretta di mano.

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