Ora alla Roma può bastare un pareggio nel derby

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Il Tempo (G. Giubilo) – Con qualche palpito, con più di un brivido, ma la Roma si riprende il secondo posto, avrà due risultati su tre nel derby, che il gran momento della Lazio rende comunque difficile. Primo tempo all’attacco, ma senza grandi idee, poi quando Manolas regala il vantaggio all’Udinese l’assedio diventa rabbioso, ma i rischi sui contrattacchi dei friulani sono tanti.

Per fortuna il pari arriva prima del riposo, Nainggolan ispirato da Pjanic. Un grande De Rossi evita pericoli, il centrocampo è il reparto migliore per qualità, producono sprazzi Iturbe e Ibarbo,ma ci vuole un liscio di Widmer per consentire a Torosidis il sorpasso. Vantaggio minimo ma decisivo, l’Udinese ci prova ma la vittoria romanista è legittimata dai pali colpiti da Nainggolan e Holebas. Non è guarigione, ma il risultato contava moltissimo, adesso arriva la sfida risolutiva, che rimane senza pronostico, secondo tradizione.

Si chiude stasera con due partite utili soltanto a dare ossigeno alle ambizioni europee, di diverso livello, del Napoli e della Fiorentina, Cesena e Parma oneste spettatrici per l’addio alla Serie A. Ma a metà settimana il proscenio è tutto per la finale di Coppa Italia: di fronte la Juventus che non conosce flessioni e la Lazio, forse la squadra più brillante di questo scorcio di stagione. Una finale nobile, quindi, a restituire prestigio alla seconda competizione nazionale, che la Lega aveva svilito ai limiti del possibile, confezionando le prime fasi con programmi che fanno a cazzotti con la logica e l’intelligenza.

Soltanto in Italia può accadere che la Coppa tolga il fascino del fattore campo riservato altrove alle squadre di meno illustre livello. Le grandi costrette a giocare in stadi semideserti, una volta svanita la prospettiva di un meno accentuato squilibrio. Stavolta l’Olimpico è un salotto neutro, anche se è inevitabile che il sostegno del tifo sia indirizzato a favore della Lazio, almeno la logistica le assegna il fattore campo.

Domenica sotto tono: perde l’Atalanta travolta dal Genoa, ma il Cagliari si arrende in casa al Palermo lasciando l’élite del calcio nazionale. Qualche segno di stanchezza del Chievo e dell‘Empoli, demotivazione fatale a salvezza da tempo al sicuro. Invece Di Francesco offre al patron Squinzi, cuore milanista, un regalo non graditissimo. Fa tris Berardi per avvilire i sogni di Pippo Inzaghi di un futuro ancora in sella. Del resto, non poteva sperare di trovare ancora i fantasmi della Roma. Altra levatura, altre gambe, il Sassuolo non fa sconti.

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