La Gazzetta dello Sport – No, la bandierina di quel 1981 non c’è, ma per il resto i clienti hanno l’imbarazzo della scelta tra souvenir, oggetti sfiziosi e gli arredi d’inizio Novecento nel negozio storico (l’insegna recita «casa fondata nel 1694») di Giuliano Sancini. Sì, proprio l’ex guardalinee (oggi si usa la parola assistente) che segnalò il fuorigioco di Turone in Juve-Roma del 1981. «Si gioca Juve-Roma? Capisco, quindi vuole chiedermi…». Anche, ma non solo. Perché Sancini dopo quella partita ha fatto un percorso particolare, lasciando il calcio per coltivare meglio la sua passione dell’hockey su prato: prima arbitro internazionale, poi dirigente di spessore della Federazione italiana. E proprio in questo percorso ha contribuito a una svolta storica nel regolamento: l’abolizione del fuorigioco nel 1998.
E’ stata una vendetta visto che tutti si ricordano di lei per quell’episodio?
«Ma no, ci mancherebbe. Il gioco ne trae solo beneficio. Avevamo le stesse regole del calcio: prima abbiamo spostato l’offside in una zona che potremmo paragonare all’area e poi tolto del tutto. Ore le gare sono spettacolari, ci sono molti più gol. Sa che le dico, anche il calcio dovrebbe fare la stessa cosa».
Per ora hanno reso il fuorigioco un vero rompicapo.
«Sono d’accordo, per fortuna gli assistenti di oggi sono dei fenomeni. Il gioco è molto più veloce e loro devono valutare posizioni passive e altre sfumature. E sbagliano pochissimo, ai miei tempi era più semplice anche se noi eravamo degli arbitri poi adattati a quel ruolo, mentre adesso si specializzano per fare quel tipo di percorso».
A proposito di sbagli: quel gol era buono oppure no?
«Scherziamo? Irregolare senza nessun dubbio. Turone è convinto del contrario? Beh, forse ero piazzato meglio io di lui… Veniva da dietro, ma quando Pruzzo tocca la palla era già avanti a tutti. Avevo la visuale libera, ho visto bene».
Oggi con tutte le telecamere a disposizione il giallo sarebbe durato pochi secondi?
«Vero e così le mie parole avrebbero trovato conferma nei fatti. Ma qualche anno fa non aveva detto Sassi che la moviola aveva confermato la bontà della mia scelta? Comunque la tecnologia può essere una buona cosa per alcune situazioni, ma non può sostituirsi all’arbitro. Ci vogliono quelli bravi, come Rizzoli: un fenomeno. Pensi che lo vidi ragazzino dirigere in Terza categoria sotto la pioggia in modo splendido: “Se continui così arrivi in A” gli dissi. E’ andato oltre».
Quel caso discusso valeva uno scudetto, eppure ci furono proteste e polemiche contenute.
«I calciatori erano più educati, non come oggi che stanno sempre a sbraitare dando pessimi esempi a chi guarda. E poi i presidenti avevano una classe e un modo di fare davvero bello. Pensi che Viola, il patron della Roma, quel giorno venne negli spogliatoi, si complimentò con la terna, poi sorridendo mi disse “Sa che ci ha fatto perdere lo scudetto?” e mi strinse la mano. Stop. Ecco, invece di rottamare tutto, sarebbe meglio prendere esempio da quel calcio. Forse antico, ma di sicuro più a misura d’uomo».