Sabatini: “Monchi scelta straordinaria. Spero Spalletti resti, gestire Totti in fase declinante è un problema. Nainggolan il più forte d’Europa” – FOTO e VIDEO

Pagine Romaniste (F.Biafora) – Walter Sabatini, ex d.s. della Roma, questo pomeriggio ha partecipato presso l’aula numero 4 del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, in via Ostiense 161, alla lezione ‘Sport e Lavoro, l’evoluzione del direttore sportivo‘.

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Ore 18.00 – La lezione è finita e Walter Sabatini lascia l’aula. Queste le sue ultime parole sulle barriere dello stadio Olimpico:

Non sai quanto la Roma abbia pagato questa assenza malgrado abbia vinto tante partite all’Olimpico. Tutti nel calcio lavorano per far felice la gente, non c’è altro. E’  un concetto che non tutti i presidenti con cui ho lavorato hanno capito. La squadra si rispecchia nella gente“.

Totti?
“Penso stia pensando di fare un altro anno. Non so cosa farà la società, ormai sono fuori”.

Schick?
“In quel momento non avevo soldi per prenderlo e la Sampdoria ha tirato fuori 4 milioni cash”.

Ore 17.35Sabatini risponde ad alcune domande degli studenti:

Cessioni?
“La Roma aveva bisogno di cedere Benatia a 30 e prendere Manolas a 13. Fuori escono notizie frammentate, ma quando i calciatori si impongono di giocar male non vengono a dire di decurtarsi lo stipendio, ma se giocano bene diventano incontrollabili dal punto di vista salariale. A prescindere dalla forza economica della Roma, il rapporto costi-ricavi deve sempre essere tenuto presente”.

Nainggolan?
“La Roma non dovrà venderlo e spero non voglia farlo, ma quello che abbassa il suo prezzo è l’età. Sarebbe un investimento folle, forse sconsigliabile. Ma è innegabile che sia il giocatore più forte d’Europa”.

Mercato cinese?
“Ora ci sono disposizioni governative che impediscono acquisti folli, ma io son contentissimo. Ho preso 18 milioni per Gervinho dai cinesi, li ho fatti stare tre giorni a Trigoria, perché se fossero usciti sarebbe arrivata altra gente che li avrebbe convinti a lasciar perdere”.

Dzeko?
“Già l’anno scorso speravo rendesse come questo”.

Luis Enrique?
“E’ un uomo eccezionale, venuto con entusiasmo incredibile a Roma. Voleva proporre il suo calcio, c’è riuscito al Celta Vigo. Quella Roma non era una grande squadra, ci fu un mercato nevrastenico dell’ultimo momento, però c’è stato un momento in cui Luis sembrava avesse potuto portare avanti il suo progetto compiutamente. Uscito dalla partita di Bologna ho pensato che quella Roma, corretta e integrata, avrebbe potuto sbaragliare il campo. Quella partita non ha avuto seguito. Abbiamo cercato di trattenerlo ma se n’è voluto andare, ancora oggi lo ricordo con affetto e stima”.

Ibarbo?
“Hanno raccontato stupidaggini vergognose. C’è stato un tecnicismo amministrativo, ma è venuto per 2 milioni e se n’è andato per 2 milioni. Ibarbo ha fatto una percussione contro la Lazio clamorosa uno preso gratis ti fa una cosa del genere e ti fa vincere il derby e ti manda in Champions League, io un’operazione così la rifarei”.

Yanga-Mbiwa?
“Ci serviva una riserva, un ragazzo straordinario ma un calciatore contraddittorio. Faceva stop a seguire in area e se ne andava col tunnel ma poi buttava via la palla. E’ uno che ha fatto un golletto valso 30 milioni. Poi ho avuto la possibilità di venderlo per la stessa cifra per cui l’ho comprato, l’ho convocato per dirgli ‘Yanga ti ho venduto’. Non ho mai sofferto così per lo sguardo di un calciatore. Quei dieci minuti mi hanno ucciso”.

Il Napoli di Sarri?
“Gioca il miglior calcio in Italia, dopo quello della Roma a tratti…”.

Futuro?
“Non ho mai pensato, finché ero a Roma, quali prospettive ci sarebbero state per me. Sono un pragmatico, la Roma avrebbe bisogno dello stesso pragmatismo. Qualcuno ha detto che ripartirò dal basso perché ho bisogno di riposo dallo stress, ma non è un problema. Se scendessi di livello andrei a lavorare nello stesso modo ma spostando gli obiettivi”.

Ore 17.25 – Continua il lungo intervento di Sabatini:

Doumbia è un grande giocatore. Gerson? Altrettanto. La cosa che ha fregato Doumbia è stato il sottovalutare le condizioni ignobili con cui è tornato dalla Coppa d’Africa. Contro il Parma avrei segnato anche io. Ma nessuno ricorda che Doumbia, in virtù di quell’esordio traumatico, ha comunque segnato al Sassuolo e poi ha segnato pure al Genoa. Poi è andata male, anche quella è una mia responsabilità. Gerson? Qualora la Roma pensi che sia una sola, me lo prendo io in una prossima squadra. È un po’ compassato ma è del ’97 e l’ambiente non lo ha accolto delicatamente. Quando girano centinaia di giocatori ci sta che si commettano degli errori. Perché la Roma non vince? Ok, ma sono tre anni che crea presupposti per vincere. Vincerà. E forse anche quest’anno“.

Ore 17.20 – L’ex direttore sportivo della Roma riprende a parlare:

Iturbe? Un ottimo giocatore che ha fatto male. Quando l’ho preso era un beniamino di Roma e del giornalismo romano. È stata una mia colpa prenderlo a quelle condizioni. Quando sono entrato a Trigoria non ero il ds della Roma, sono entrato per proteggere Di Benedetto e il suo trapasso. C’era un casino a Roma, mi è stato chiesto di entrare in sala stampa ma senza contratto. Però c’era l’ipotesi giornalistica, la città mi ha ammalato. Camminavo a Piazza Cavour, inchioda un camioncino e mi urla: ‘A Sabati’, ma che cazzo fate con ‘sti abbonamenti?’. Ho riso per non farlo arrabbiare, che era un energumeno. Lì ho sentito la forza popolare della città. Iturbe era fortemente voluto e ho voluto dare un segnale di forza per la Roma, mettendo la mia società su un piedistallo. Volevo che la Roma fosse considerata una potenza a livello internazionale. Così come quando sono venuto qui, non da ds, e sono andato a prendere Lamela. Erik era sul mercato, lo stava prendendo un’altra società di Serie A italiana. Ancora oggi la mia pretesa è di dire: ‘Quando c’è la Roma non c’è trippa per gatti’. Non quelli maculati…“.

Ore 17.10 – Sabatini risponde ad alcune domande degli studenti:

Ce l’ha con Mazzone?
Ma no… Ha detto una cosa carina, affettiva… Sono cose che succedono ricorrentemente, e la maggioranza della gente di questa città lo permette. Il nostro allenatore è onesto e responsabile, sta cercando di portare dentro Trigoria i comportamenti necessari. E cosa succede? Lo insultano. Questo nuovo direttore sportivo godrà di un vantaggio enorme. Io faccio un plauso alla società, che è riuscita a indirizzare i media in una giusta direzione. Monchi lo disegnano come un Re Mida del calcio“.

Spalletti sarebbe una perdita enorme. Non chiede i top player. A chi auspica una politica di giovani dico che si potrà verificare nel new deal della Roma. Fino a qualche giorno fa non è stato possibile. Spalletti non ha mai, di fronte una telecamera, evidenziato l’inadeguatezza di una rosa. Guardate gli altri tecnici invece cosa fanno. Spalletti merita di vincere con la Roma, e sarebbe l’unico in grado di farlo“.

Spalletti potrebbe andare alla Juve?
“Lo auguro alla Juve, ma spero che Spalletti voglia restare alla Roma”.

Totti-Costanzo?
“L’allenatore della Roma è stato affrontato come si affrontato come si affronterebbe un uomo sul marciapiede da un principe della comunicazione. Come si permette? Che cos’è questa città? Chi dà la licenza a queste persone di attaccare l’ottimo allenatore della Roma in questa maniera? Sono cose successe ricorrentemente. Gli uomini della Roma possono essere deboli, perchè questa città glielo consente, la maggioranza silenziosa rimane in silenzio”.

Ore 17.00 – Riprende la parola Walter Sabatini:

Spalletti ha provato, e sta provando, a cambiare la mentalità romanista per renderla vincente. Lui ha dato vita a un’officina permanente con i suoi collaboratori nel tentativo di portare un percorso nuovo. Ma ha dovuto dire cose impegnative, andando in rotta di collisione con Totti. Ho visto fargli fare giocate non riproducibili. Ma ha rappresentato un problema, gestirlo nella sua fase declinante. Spalletti, colpendo Totti in alcune circostanze, lo ha fatto per portare dentro la Roma quell’idea di forgiare una squadra forte. E lo si fa solo grazie ai comportamenti. Ha fatto qualcosa di poderoso e sta cercando di farlo ancora oggi. Ma guardate quello che succede. Lui è coraggioso, ed è una virtù di pochi. Spero resti qui. Mi dispiace che Spalletti possa essere vilipeso e denigrato, anche da persone che non potrebbero farlo. Due giorni fa Spalletti è stato affrontato come si affronterebbe un uomo di marciapiede. ‘A Spalle’, nun fa’ cazzate…’, gli ha detto un principe della comunicazione. Ma come si permette?“.

Quanto vale la rosa della Roma?
“Se il prossimo ds deciderà che i calciatori che trova non vanno bene, può venderli e ricavare oltre 200 milioni ma non credo che lo farà”.

Ore 16.45 – Walter Sabatini si prende una pausa per fumare una sigaretta. Queste le sue parole agli studenti presenti:

Devo fumà non rompete er cazzo“.

Roma-Sampdoria ai tempi di Ranieri?
Quella partita la odio perché al tempo ero il ds del Palermo e ce la stavamo giocando per entrare in Champions League. La Roma nel primo tempo avrebbe dovuto vincere 6-0, poi la sconfitta e io volevo morire. Immaginatevi l’utopia di portare in Champions il Palermo…

Il 26 maggio?
Danno per tutti, io sono stato tre volte in ospedale dopo.

Andreazzoli sulla panchina?
Quella partita in effetti la sbagliò.

Il mental coach?
Si sovrappone un po’ con il ruolo dell’allenatore ma in qualche caso può essere utile.

Gattuso?
L’ho preso io, non aveva neanche i denti, sembrava il conte Ugolino. Al Perugia, aveva 12 anni e stava facendo una prova contro quelli di 15.

Nainggolan?
Quando ne ho presa la metà per 9 milioni mi hanno dato del cianotico, vinazzatore. Io sono convinto che diventerà ancora più forte.

Boye al Torino?
Quello l’ho fatto per Cairo che doveva comprarmi Iago Falque.

Ore 16.35 – Si apre un siparietto tra Sabatini e gli studenti:

La Roma è incappata nel ciclo di una Juventus inarrestabile. Ma la Roma è competitiva”.

Perché allora arriva seconda?
“L’ho detto nella premessa, subisce un ciclo irripetibile e fortunato della Juventus. È vero che la Roma arriva seconda, ma ti garantisco che molte società metropolitane vorrebbero arrivare secondi come arriva – o arriverebbe – la Roma. Lo dico perché il Napoli è molto forte. Ma cercheremo di mantenere la posizione… Noi, non loro. Visto che non sono più il ds“.

Siete tutti romanisti qui? La Roma è una malattia, pensate che mi hanno anche dato del laziale…“.

Smentisca!
Io l’ho sempre smentito, figuratevi… Io ho sempre detto che avrei rispettato la Lazio, che mi ha fatto lavorare in un periodo difficile della mia vita. Sono riconoscente, non denigrerei mai la Lazio. Ma mi sentirete sempre dire che la vorrei battere. Esiste anche l’arroganza nel calcio“.

Un direttore sportivo con chi lavora?
Ci sono tante persone che lavorano insieme al direttore sportivo. Conoscenza, scouting e acquisizione fanno una squadra competitiva. Lo scouting dovrebbe essere arricchito da un lavoro di intelligence, specie nel mercato sudamericano“.

Ore 16.25 – Riprende la parola Sabatini:

Monchi è stato presentato come un autore di grandi gesta, lo confermo e lo sottoscrivo, ma lui viene presentato oggi come un deus ex machina, un uomo infallibile, io sono stato introdotto da due testate giornalistiche in questo ambiente con la denuncia di una mia squalifica avuta e scontata. La Roma ha fatto passi da gigante in questi mesi nel migliorare il rapporto con la stampa, ora più generosa con la Roma. Prima allenatori e dirigenti erano stati trattati malino. L’algoritmo di cui vado in cerca è l’algoritmo della vita. È totalmente falso che l’algoritmo produca il giocatore perfetto senza sbagliare scelta. Uno dei motivi per cui ho chiesto l’addio alla Roma è che la statistica sta sovrastando quella che potrebbe essere un’illusione cognitiva. Il calcio per istinto potrebbe essere foriero di… non nomino ancora quel calciatore, ma l’errore è anche più probabile. Torno al tema che interessa, ciò che caratterizza l’attività di un ds è la coniugazione tra assets, competitività e plusvalenze mantenendo forte la squadra“.

Come funziona questo algoritmo?
“Se è possibile valutare i giocatori tramite un algoritmo, non vedi perché io non posso farlo con la vita. Sto aspettando l’algoritmo della vita, quello che permetterà ad una macchina di capire di non dover transitare sotto un ponte che crolla, una pallottola che per una faida tra cosche finisce per colpire un bambino. Quello è l’algoritmo che spero, per evitare tragedie. Un altro è quello dell’armonia”.

Plusvalenze?
“Si realizzano acquistando calciatori che promettono di produrla, io nella Roma l’ho fatto con molta fortuna. La plusvalenza deve tenere in conto anche la necessita di non incidere sul patrimonio di chi rimane. Quello che è stato fatto a Roma in questi anni è molto importante, sono state fatte plusvalenze che hanno regolato le normative Uefa ed evitare ricapitalizzazioni”.

Ore 16.20 – Uno degli studenti grida il nome di Piris e Sabatini risponde:

Il poro Piris forse alla Roma non ci poteva stare. Ma lui ha fatto la più bella partita da un terzino destro della Roma. Fece una straordinaria partita col Genoa“.

Ore 16.15 – Prende la parola Sabatini:

Io sono stato fino ad ottobre il direttore sportivo della Roma, però in questi mesi ho pensato alle cose della mia vita come d.s. della Roma. Oggi sono disarcionato da questa scelta. Odio aver perso la Roma, la Roma è stata la mia vita. Non c’è partita che non abbia visto della Roma. Oggi la mia situazione è plumbea. Plusvalenze, assets e competitività fanno grande un ds. Le plusvalenze sono servite a livello economico. Da oggi per buona educazione cercherò di pensare ad altro. ‘Sono un uomo malato, cattivo e sgradevole’. Quello che è stato fatto a Roma in questi anni sotto il profilo delle plusvalenze è importante. A volte hanno evitato ricapitalizzazioni della proprietà“.

Ore 16.05 – Walter Sabatini è arrivato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre. Al suo arrivo nell’aula 4 molti applausi da parte degli studenti presenti. Queste le sue parole:

“Sono applausi rigeneranti per me. Non sono polemico ma due, tre cosine devo dirle. Oggi è una giornata per me infausta. È quasi stato reso ufficiale il nome del prossimo ds della Roma. Non c’è ancora ufficialità, ma è Monchi. Un grande professionista. Avendo fatto questa scelta straordinaria, la Roma ha scelto un uomo straordinario. Ha generato grandi plusvalenze“.

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