Sabatini: “La Roma arriverà in Champions e supererà il Porto, vedere Pastore così mi imbarazza. Dzeko? Cercavo un nuovo eroe dopo Totti”

Walter Sabatini, direttore sportivo della Sampdoria ed ex della Roma, è intervenuto ai microfoni di TeleRadioStereo. Queste le sue parole:

Vorrei cominciare io. Stamattina mi hanno girato una cosa che è uscita su un sito in buona fede, credo. Mi devo sottrarre da questa cosa che riguarda Zaniolo. Oggi tutti vorrebbero essere gli scopritori di Zaniolo. Io non lo sono stato. Quando io sono arrivato all’Inter l’operazione l’aveva già impostata Ausilio e io l’ho solamente approvata. Non voglio depredarlo di una cosa ben fatta. Poi si dice che io abbia aiutato la Roma a prenderlo in qualsiasi maniera. Non è così, non l’ho fatto e mi mette in imbarazzo. Devo smentire questa notizia, il giocatore alla Roma l’ha portato Monchi ed è un merito suo, così come lo era di Ausilio di averlo portato all’Inter.

Quanto sente ancora sua la Roma?
Sempre di meno, perché la percentuali dei giocatori in campo è sempre di meno. Quando sono quattro o cinque è il 30%, quando sono meno è il 20%, quindi è ininfluente. Comunque emotivamente e sentimentalmente la sentirò sempre mia, perché tutto quello che è successo poi è un prosieguo di quanto è successo prima. La Roma è una cosa che mi riguarda e mi riguarderà sempre.

Difficilmente ho sentito parlare della Roma come fa lei. Traspare il suo sentimento…
La Roma è stata il mio destino e il mio destino significa anche di vita. Non è solo un fatto sportivo. E continua ad esserlo, anche se adesso mi occupo della Sampdoria e vorrei riportare un po’ l’attenzione sulla squadra che seguo, anche se a voi non ve ne frega niente. Ieri ho fatto una piccola cosa che riguardava la Roma. Ho fatto un’intervista che riguardava la Roma perché riguardava il ricordo di Davide Astori, mi sono tornate in mente tante cose. Questa telefonata è per dare meriti ad Ausilio e Monchi per Zaniolo.

Lei ha pagato la sua onestà?
L’onestà ha un prezzo, salato, che ognuno di noi paga, perchè è mal sopportata, ti allontana dalla gente. Le persone ti vogliono essere corruttibile, avvicinabile. L’effetto immediato è la solitudine, ma io vivo bene in questa situazione.

La Roma come chiuderà la stagione?
Entrando in Champions, sperando passi il turno col Porto. La squadra è in salute e ultimamente anche fortunata, che è una componente rilevante. Andrà in Champions ed accederà ai quarti di finale.

Pastore, che bisogna fare con lui e che deve fare il ragazzo?
Il rendimento di Pastore mi imbarazza moltissimo, ho avuto la fortuna di vederlo giocare dominando il campo. Ho visto stadi in piedi per lui, in trasferta, come ad esempio quando a Firenze venne applaudito. Mi dispiace molto vederlo giocare così, io gliel’ho detto, deve accingere al proprio orgoglio argentino per risalire e tornare ai propri livelli. Per giocare come sa, deve fare qualcosa lui, nessuno può aiutarlo. Pastore deve giocare bene per essere apprezzato, non è un mediano di corsa, è un fantasista offensivo, è un playmaker a tutto campo. Ha un livello di corsa eccezionale, ma deve stare sempre vicino alla palla. Lui si sposerebbe alla grande con il gioco di Giampaolo, però evito di continuare perchè poi magari si creano situazioni che non voglio…

Qual è la vera difficoltà per un dirigente di lavorare qui a Roma?
Bisogna essere ironici ed autoironici perchè altrimenti non vivi a Roma, io vivevo male questa situazione.

L’operazione Dzeko la stiamo apprezzando con colpevole ritardo: com’è nata?
E’ nata perchè avevo la sensazione che la Roma doveva avere un nuovo eroe dopo Totti. Una squadra come la Roma senza un eroe fa fatica, ma lo stipendio del giocatore e il prezzo del cartellino erano pesanti per quella Roma, ma alla fine abbiamo concluso bene la trattativa. Un acquisto del genere però è replicabile.

Perchè non si riesce a creare la mentalità vincente?
Ci vorrà un gruppo di giocatori che da soli che rappresentino uno zoccolo duro. Il vincere deve diventare abitudine, una necessità, ma deve essere nella testa dei calciatori, matura solo nella testa dei giocatori forti.

Ha parlato con Pallotta, ci ha fatto pace: se la richiamasse, tornerebbe?
Che c’entra, lasciatemi fare il mio lavoro. Forza Roma!

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