Sabatini: “Benatia non torna, la Roma sta bene così”

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Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – «La Roma non tornerà sul mercato, a meno di infortuni come quello capitato a Salah, che per noi è un danno enorme». Walter Sabatini, a margine della presentazione del libro «La grande Roma di Liedholm raccontata dai protagonisti dello scudetto ’82-83», fa il punto sul momento che sta vivendo la formazione giallorossa. «L’assenza dell’egiziano per noi è un danno, pur fidandoci di Iago Falque e Iturbe, a cui ho detto di tornare a giocare come quando era bambino. Benatia non tornerà, è un giocatore del Bayern. Noi ci fidiamo dei nostri, Castan ha recuperato e ci aspettiamo tanto da lui, Rüdiger veniva da un doppio infortunio, si può bocciare la singola prestazione ma non il calciatore».

La Roma è tornata in corsa per tutti gli obiettivi. «Abbiamo superato il momento negativo minimizzando i danni. Con un pari a Milano saremmo stati più contenti, ma ho fiducia nel gruppo: l’esultanza di De Rossi che inneggiava ai nomi dei compagni è una cosa che non ho mai visto fare. Per lo scudetto sarà una lotta con molte squadre: la Fiorentina ha un gioco spettacolare, il Napoli ha il centravanti più forte del mondo, l’Inter ha un modo di giocare sparagnino, e non dimentico la Juventus».

Il d.s rivendica la paternità di tutte le scelte di mercato. «Io scelgo i giocatori e la maggior parte delle volte coinvolgo l’allenatore perché è lui che li allena. Doumbia? Il Cska Mosca non vuole riscattarlo, ma qualcuno lo acquisterà sicuramente, sta facendo cose eccezionali. Gerson verrà a Roma, poi decideremo se fargli fare uno stage di quattro mesi o se mandarlo a giocare. Gervinho non lo abbiamo mai mollato, e mi sono fidato di Garcia che mi ha detto di tenerlo. Dzeko lo vorrebbero avere tutti ma il vero crack sarà Strootman: con lui anche al 60% aumentano le nostre possibilità di vincere. Le commissioni? La Roma è una società brutalmente onesta, sarebbe più facile dire qualche bugia».

Sulla questione-tifosi non vuole entrare anche se ammette che «il rapporto si è molto incrinato quando i giocatori sono stati chiamati sotto la curva Sud, è stato il momento più basso della mia carriera».

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