Rosella Sensi a Pallotta: «Totti trattato male»

Corriere della Sera (G.Piacentini) – Milan contro Roma è anche Vincenzo Montella contro Luciano Spalletti. Due uomini che hanno incrociato spesso le loro strade nel corso della carriera: prima compagni di squadra all’Empoli, poi uno allenatore e l’altro calciatore nella prima esperienza spallettiana nella Capitale, infine avversari in panchina. Domenica sera in palio c’è l’Europa: quella di «serie B» per i rossoneri, in corsa per un posto in Europa League, quella di serie A (la Champions diretta) per la Roma, per cui il secondo posto vale oro e per Spalletti «può aprire le porte del Paradiso».

Che nel suo caso può anche non valere una conferma sulla panchina romanista, dove lo vorrebbe MonchiHo scelto la Roma anche per Luciano, farò di tutto per convincerlo a rimanere», le parole del neo d.s. spagnolo) ma dove forse non vuole più stare lui. Una panchina sulla quale starebbe volentieri l’Aeroplanino, che in realtà proprio da lì ha cominciato la sua carriera da tecnico, sostituendo il dimissionario Claudio Ranieri (a sua volta sostituto di Spalletti l’anno precedente) nel febbraio del 2011. A fine stagione gli fu dato il benservito e al suo posto fu scelto Luis Enrique, primo allenatore della proprietà americana con cui negli anni seguenti c’è stato più di un riavvicinamento.

Già dodici mesi dopo Montella sembrava il prescelto per sostituire nuovamente lo spagnolo, e chi lo conosce bene può confermare quanto si sentisse l’allenatore in pectore, poi la Roma virò su Zeman. Vincenzo non la prese benissimo. Da tecnico della Fiorentina si è tolto la soddisfazione, nel 2015, di eliminare la Roma di Garcia sia dall’Europa League sia dalla Coppa Italia. In tanti lo vedrebbero bene al posto di Spalletti, che di lui ha sempre parlato benissimo: «È Montella quello bravo, non io» disse prima della gara di andata.

Del tecnico e di Francesco Totti ha parlato a lungo ieri anche l’ex presidente giallorosso Rosella Sensi: «Sono letteralmente allibita – ha detto ieri sera a Rainewsperché una società come la Roma non può lasciare che questo simbolo che ha solo la Roma, che nessuna altra squadra al mondo ha, sia trattato così. Pallotta avrebbe dovuto accompagnare il suo capitano ad annunciare e gestire un po’ tutto l’anno». E su Spalletti: «In questo momento vedo sinceramente una persona molto svuotata internamente. Anche Luciano non ha capito Totti, o meglio poteva capirlo meglio, e sicuramente non lo doveva gestire così».

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