Ronaldo e il Real. Crisi del 7° anno ma a suon di gol

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La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci) – «Ci sono dei tifosi che venderebbero Cristiano? Io no! Io no! Io sono l’allenatore e lo voglio qui». Ride Zinedine Zidane con una faccia che sembra voler dire, «Al mondo c’è un sacco di gente strana…». Già, basta pensare che sabato prima della 36a tripletta di Ronaldo con la maglia del Madrid, un hatrick poi diventato poker, alcuni dei sapientoni del Bernabeu lo stavano fischiando. Lui ha segnato e poi si è portato la mano all’orecchio destro: «Dicevate?».

I FISCHI – Zidane ha una parola buona per tutti, anche per lo scorbutico pubblico del Madrid: «Qui fischiano tutti, quando giocavo hanno fischiato anche me e non si può dire che non mi volessero bene. Non c’è nulla di personale: il pubblico vuole sempre di più dal giocatore e la cosa a chi sta in campo fa bene. Tutta questa esigenza è uno stimolo. In fondo il pubblico vuole bene ai giocatori. In fondo». E di nuovo una gran risata. «E poi lo stadio è sempre pieno, qualcosa vuole dire, è importante».

«LIDER MAXIMO» – Zizou cerca di coccolarsi il suo leader imbronciato, perché sa dell’importanza di Ronaldo. Se stasera il Madrid può permettersi di affrontare la Roma con relativa tranquillità molto lo deve al suo portoghese, che si è inventato un gol straordinario all’Olimpico. E che si presenta alla sfida con i giallorossi con 39 gol in 35 partite stagionali e soprattutto come goleador storico della competizione, 90 reti contro le 82 di Messi, «Pichichi» della Liga con 27 reti e della Champions con 12 (dopo aver stabilito il nuovo record della fase a gironi), leader della Scarpa d’oro con 54 punti. Davanti a tutti, in tutto.

EPPURE… – «Un sacco di gol, inutili» era un crudele titolo del Mundo Deportivo di ieri. In Catalogna godono nel ricordare come i 252 gol fatti da Ronaldo in Liga (in 228 partite…) siano serviti per vincere una sola Liga mentre Messi nello stesso periodo con un solo gol in più ne ha vinte quasi 5, inclusa quella attuale. E anche a Madrid non sono molto più teneri: lo sanno anche i sedili dello stadio che il feeling con Ronaldo è relativo, e che il portoghese per quanto i tifosi gridino il suo «Huuuuu» di battaglia ogni volta che segna non ha mai fatto breccia nel cuore critico del Bernabeu. Juanito, Raul, lo stesso Zidane sono stati idoli veri. Con Ronaldo c’è un matrimonio d’interesse, gol in cambio di applausi, ma la passione vera, travolgente, è un’altra cosa.

SETTIMO ANNO – Ronaldo ha un gran bisogno d’affetto e si è spesso lamentato della freddezza del Bernabeu che ha mandato a farsi benedire più di una volta in questi 7 anni di relazione. Numero fatidico: la leggenda vuole che il matrimonio vada in crisi. Le sirene non mancano, soprattutto da Parigi e le critiche espresse da Cristiano dopo la sconfitta nel derby perso con l’Atletico possono far pensare a un’idea di divorzio. Zidane si augura di no, alcuni tifosi invece voterebbero a favore. Beata ingratitudine.

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