Romagnoli, direttore Rai Sport: “Vorremmo il derby di sera, ma decide il Prefetto”

Gabriele Romagnoli, direttore di Rai Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Rete Sport sui due derby di Coppa Italia tra la Roma e la Lazio. Queste le sue parole:

Quest’anno la Coppa Italia è stata giocata dalle big con poco turn-over…
“Sì, tant’è che chi ha osato fare turn-over è stato penalizzato, vedi l’Inter”.

La Roma ha portato più di 60.000 spettatori in due partite. È un bel segnale?
“Io sono un grande sostenitore della Coppa, ma non solo perché ce l’ha la Rai. Mi piace la formula. Certi scontri attirano. Uno va allo stadio e sa di tornare a casa con un risultato in tasca. Ieri il Cesena, piccola squadra, ha dimostrato di potersi costruire la chance. Alla fine sono passate 4 delle migliori 7 del campionato italiano. Il pubblico si aspetta spettacolo e questa è una formula che lo consente”.

Siamo in attesa dell’incontro di martedì tra la Roma e il governo, che potrebbe togliere le barriere. Dovesse succedere, anche per la Rai sarebbe un punto a favore?
“Certo, come sarebbe bello poter dire ‘ giochiamo di sera, sarebbe civile’. Dobbiamo avere coraggio. Per la Rai sarebbe più appetibile una partita di sera”.

La Rai vorrebbe giocare i due derby di sera? I tifosi fanno il tifo per voi…
“Sarebbe molto più bello giocare di sera. Poi anche la Rai ha l’esigenza dell’ordine pubblico. Se il prefetto ritiene sia pericoloso giocare di pomeriggio non possiamo prendere altre decisioni”.

Ieri Spalletti ha paragonato Totti a Muhammad Alì. È una definizione che le è piaciuta?
“Io non sono mai stato un grande fan di Alì… Non amo molto l’arroganza. Pur grandissimo, a volte è stato un campione di arroganza. Totti ha questa capacità di essere lucido anche al 97′. Ricordiamo tutti il gol all’Australia undici anni fa, o il cucchiaio all’Olanda. Quando il gioco si fa duro Totti c’è sempre”.

Allora a chi paragonerebbe Totti?
“Quando uno è grande non ha paragoni. La grandezza di Totti sta nell’essere Totti. A quell’età lì, con quella freddezza, sono arrivati in pochi”.

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