Il Messaggero – Zeman: “La mentalità è giusta”

«È difficile trarne indicazioni, c’è chi è più stanco e più meno. Non significa che chi rende poco adesso non sarà pronto nemmeno più avanti. Nella preparazione succedono queste cose».
Zeman analizza la partita. «Nel primo tempo si è fatto qualcosa, mi interessa la mentalità ed era quella giusta, abbiamo avuto però problemi nel contropiede. Nel secondo tempo non si è giocato da squadra, si è giocato individualmente e io non lavoro per questo. Abbiamo avuto il vantaggio di segnare subito e questo fa sempre bene, nei primi 45 minuti siamo riusciti a far nostra la partita. Ma sul gioco e sulla prestazione non sono contento. Il fuso orario, il caldo e il lavoro di questi giorni sono da mettere in conto».

Il risultato e il fatto che sia arrivata la quarta vittoria su quattro al boemo non interessano. «Il risultato non dice niente, non conta niente aver vinto ancora, quattro vittorie di fila mi auguro di farle in campionato. Quanto manca per arrivare al top? Siamo ancora a metà preparazione, ne manca un’altra metà, dopodiché inizieremo a limare i dettagli. L’importante é che la squadra produca qualcosa. Nel primo tempo l’ha fatto e nel secondo no. Bisogna lavorare tanto».

E sui singoli Zeman ha le idee chiare. «Tachtsidis? Ha fatto cose belle, anche errori di sufficienza, può fare meglio, ma adesso si perdona tutto. Lui e Bradley possono darci tanto. L’americano è andato abbastanza bene, l’abitudine acquisita in un anno di serie A gli giova sicuramente. Stekelenburg? Non è stato mai impegnato, ha tenuto la posizione nonostante abbia avuto qualche problema alle gambe. Castan? Non è facile ambientarsi subito, si è sacrificato e ha fatto vedere che è un giocatore di esperienza». (…)

Da ieri sera la Roma, con un volo charter, si è spostata da Chicago a Boston. La squadra incontrerà i quattro soci del consorzio Usa: DiBenedetto, Pallotta e, per la prima volta, Ruane e D’Amore. Probabilmente già a cena, se sarà confermato l’invito del sindaco della città. Oggi doppio allenamento al Mit, il Massachusetts Institute of Technology, una delle più prestigiose università del mondo.
Il Messaggero – Ugo Trani

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