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Chiamatelo come volete: il figliol prodigo, l’amico ritrovato, il ragazzo che visse due volte. Di sicuro, in questa Roma che cerca il suo futuro affondando le radici nel passato zemaniano, Bojan Krkic sembra essere un nuovo acquisto, come se il suo primo anno giallorosso vissuto (maluccio) all’ombra del suo mentore Luis Enrique, avesse fatto sfiorire tutte le promesse che lo circondavano. Invece nel gioco d’attacco del boemo — fatto di rischi ma anche di premesse per tanti gol — lo spagnolo si è trovato subito a suo agio, perché tagli, velocità e verticalizzazioni sono la materia di cui è fatto il suo calcio. E alla sua «prima» stagionale da titolare contro lo Zaglebie Lublino lo ha dimostrato compiutamente, anche al di là delle statistiche che raccontano di un gol, un assist e un palo colpito.

Buone sensazioni «Ho lasciato Chicago con buone sensazioni — ha infatti “cinguettato” su twitter lo stesso Bojan — e ora aspetto di fare bene anche a Boston». Tutto vero, perché Zeman sembra deciso a concedergli fiducia. Non a caso, oltre nel consueto ruolo di esterno sinistro d’attacco, lo ha provato nel secondo tempo anche come centravanti, con Totti collocato sulla fascia. (…)

Futuro La cura Zeman perciò funziona, al di là dei numeri puri e semplici che raccontano di quattro vittorie in altrettante partite. (…) c’è bisogno che (anche) l’effetto Bojan accompagni la squadra per tutta la stagione, che per lo spagnolo sarà particolarmente importante. Il bivio infatti è chiaro: restare alla Roma per sempre (al prezzo di 40 milioni) oppure tornare a Barcellona. La sensazione è che l’avvenire di Bojan non sia in riva al Tevere ma anche se questa fosse la conclusione della storia, per un attaccante, in fondo, i gol sarebbero il modo migliore per dirsi addio.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini 

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