Repubblica.it – Con Totti-Osvaldo si vola. La Roma a ritmo Milan

Nella Roma tornata a sorridere, rovesciando l’altalena della delusione di Lecce nella gioia di un 3-1 all’Udinese, in copertina restano stampati i volti di Osvaldo e Totti. E non soltanto per i gol, decisivi, della notte dell’Olimpico. Sono loro, forse, la formula magica per trovare la continuità mai mostrata in questa stagione: con loro in campo dall’inizio, il gruppo di Luis Enrique ha lo stesso passo del Milan. Intanto, il manager americano Mark Pannes sbarca a Roma, tra aumento di capitale e le idee per il nuovo stadio romanista.

CON TOTTI E OSVALDO UNA ROMA A RITMO-MILAN – Insieme non avevano mai segnato, prima di mercoledì notte. Eppure, insieme hanno costruito le poche gioie della stagione romanista. Totti e Osvaldo, oggi, sono i leader della Roma: 11 gol il viscerale italo-argentino (dopo aver esultato zittendo i tifosi ha snobbato le domande delle radio locali “colpevoli” di averlo criticato) a cui Prandelli, tra i dubbi su Cassano e le mattane di Balotelli, ha intenzione di affidare l’attacco azzurro. Solo cinque il capitano, tornato in rete 81 giorni dopo l’ultima volta (proprio su assist delizioso del compagno) per trasformare il rumore dei fischi alla squadra in un coro unanime di applausi. Dodici volte insieme dal primo minuto per Francesco e Daniel. Dodici gare in cui i rendimento della Roma non è inferiore a quello del Milan. Con i due attaccanti in campo dall’inizio, la Roma ha realizzato 24 punti, due in media a incontro: una marcia del tutto simile a quella del Milan (2,06).

E IL CAPITANO ISPIRA OSVALDO-GOL – Difficile dire se potendo contare sui due campioni – fermati entrambi per un paio di mesi da guai muscolari – il rendimento sarebbe stato lo stesso anche nel lungo periodo. Una cosa è certa, però: se la Roma avesse marciato per tutte e 32 le giornate di campionato al ritmo tenuto con in campo il duo Totti-Osvaldo, si troverebbe oggi terza a 3 punti appena da Ibra e compagni. Teoricamente, addirittura in corsa per il titolo. In più, proprio nei 12 incontri con il capitano al suo fianco, il centravanti nato a Buenos Aires ha realizzato 8 dei suoi 11 gol, “digiunando” solo in 4 occasioni. Al contrario, senza Francesco, solo 3 reti in 9 incontri giocati dall’inizio. Un contributo evidente, quello del numero dieci nell’ispirazione del “collega”. Troppo tardi per i rimpianti. Ma da qui alla fine, sfortuna permettendo, Luis Enrique farà bene a non separarli più.
Repubblica.it – Matteo Pinci

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