Leggo – “Finalmente un portiere”

«Finalmente un numero uno mondiale». Il parere è unanime: Maarten Stekelenburg è il valore aggiunto della Roma di Luis Enrique. «Erano anni che la Roma non aveva un portiere così forte», ha dichiarato Michi Konsel, ex-portiere e beniamino della Roma di Zeman.
«Maarten è un portiere completo che non ha punti deboli e mi sembra adatto per un piazza come Roma dove il ruolo da estremo difensore è duro, ma esaltante. Avete visto che parata ha fatto contro il Novara?», ha aggiunto il portiere austriaco riferendosi all’intervento di Stek su Meggiorini a metà del secondo tempo che negli spogliatoi del Piola è stato festeggiato come un gol. «Abbiamo vinto la partita in quel momento», hanno dichiarato i compagni del «Gatto», soprannome di certo non originale affibbiatogli in nazionale.

Una risposta, quella del gigantesco portiere (1,98 per 85 kg), che ha smorzato le critiche nate dopo la mancata uscita di Genova che aveva condannato la Roma alla sconfitta.
«Non mi sembra giusto dare la colpa a Stekelenburg. In quei casi il portiere deve rimanere sulla linea per coprire il primo palo. Mi soffermerei di più sulle parate contro Palermo e Novara che alla Roma sono valse 6 punti», lo difende Konsel. Dello stesso avviso è un altro ex-portiere giallorosso, Giovanni Cervone: «Steke è un grande e fin qui mi sebra abbia sbagliato poco o nulla. Non era facile ritrovare tranquillità dopo il brutto infortunio alla testa (patito nella sfida contro l’Inter del 17 settembre scorso). È sicuro nelle uscite, bravo tra i pali, e ha una struttura fisica imponente che per un portiere è sempre un bene».

La pensa così anche Tancredi, preparatore dei portieri della Roma, che in estate lo preferirì a Kameni: «Meglio avere un portiere alto che uno basso». Steke sembra aver risolto anche i problemi di lingua e a Casal Palocco (dove vive con la moglie Kim e il figlio Sem), oltre a frequentare una scuola di cucina (suo grande hobby), ha quasi completato un corso accelerato di italiano. Infine una particolarità: Stekelenburg è sordo dall’orecchio destro. «Ma non è mai stato un problema – assicura l’olandese -. Almeno così non sento le critiche. Ma, tanto, quelle mi scivolano addosso».
Leggo – Francesco Balzani

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