Roma, se il sogno Dybala fosse realtà?

Corriere dello Sport (G. Dotto)– se avessimo detto o pronosticato José Mourinho solo un anno fa sulla panchina della Roma saremmo stati tacciati di propensione al delirio. Sta di fatto che ora contro ogni pronostico Mourinho è l’allenatore della Roma. Il suo arrivo a Trigoria rientra a pieno diritto nella categoria dei “sogni realizzati”. Se sogno chiama sogno allora perché non nominare proprio Paulo Dybala?

Per almeno tre motivi, uno più infondato dell’altro, ma che insieme fanno una suggestione perfetta. Primo motivo. Il più assurdo, dunque il più eccitante: si chiama Paulo. Sondate la gente romanista di più generazioni e fate i nomi di Francesco, Daniele, Rudi, Bruno e Pauloper toccare solo gli ultimi quarant’anni, non ci saranno equivoci su come completare. Secondo motivo, dopo l’eclatante sconfitta per 3-4 di domenica contro la Juventus, Mourinho a fine partita trova però la forza e la lucidità di avvicinare Dybala. Queste le sue parole al bianconero:” Mi piacerebbe tanto allenare un giorno un talento come te…”. Terzo motivo, Dybala è in scadenza di contratto con la Juve.

La Joya guadagna dieci milioni l’anno, sarebbe sostenibile solo se preso a parametro zero. L’ultimo, preistorico scudetto della Roma fu anche e soprattutto la conseguenza di un colpo cinematografico, quello di Franco Sensi che tagliò corto e porto a Roma l’“impossibile Batistuta”. Dino Viola fece lo stesso, venti anni prima, con Paulo Roberto Falcao. Dybala potrebbe vivere una vita da eroe vincere a Roma, con la Roma, oppure una vita da comprimario, alla Juve o all’Inter.

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