Roma, sconfitta che fa molto male

L’applauso dei 60 mila dell’Olimpico è il riconoscimento alla prestazione coraggiosa e coinvolgente. La Roma, però, perde il 2° match di fila in casa ed esce dalla zona Champions, arrendendosi alla Juve che è campione di inverno e lasciando il 4° posto all’Atalanta. La notte diventa ancora più triste per l’infortunio a Zaniolo: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Stagione finita e niente Europeo. I giallorossi, insomma, restano a digiuno nel 2020. Fonseca, in 19 partite, ha raccolto 35 punti. Meglio, nell’era americana e nella prima stagione in giallorosso, di Luis Enrique (31) e Zeman (32). Non di Garcia (44), Spalletti (41) e Di Francesco (40). Ma, guardando il percorso di chi lo ha preceduto è l’allenatore con il distacco più ampio dal vertice a metà torneo: -13. La formazione è la stessa per da 3 partite, mai accaduto fin qui: con 7 assenti, del resto, la scelta è ridotta al minimo. Alcuni interpreti sono però con la lingua di fuori: il simbolo è Veretout. La Roma rischia di uscire dal match in meno di 10 minuti, situazione mai vissuta nelle precedenti 18 partite: nessuna rete presa nel primo quarto d’ora. Ne subisce, invece, dai bianconeri addirittura 2. I soliti omaggi della casa: sulla punizione di Dybala, Smalling salta a vuoto in mezzo all’area e Kolarov si perde Demiral che realizza il 1° gol in bianconero; Veretout regala il pallone a Dybala e lo atterra appena entra in area per il rigore trasformato da Ronaldo. La Juve si specchia e appare presuntuosa. La Roma, già con la superiorità nel possesso palla alla fine del 1° tempo, conquista campo. Dzeko, calciando al volo, colpisce il palo. Under di testa e Alex Sandro di mano: è rigore, suggerito all’arbitro Guida dal Var Mazzoleni. Trasforma Perotti. Si rivede Cristante. L’assedio finale della Roma va a vuoto e la Juve espugna l’Olimpico grazie ai 10 minuti iniziali. Lo riporta Il Messaggero. 

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