Roma, Sabatini: i motivi dell’addio. I timori di Spalletti

sabatini spalletti

Repubblica.it (M.Pinci) – La lunga strada che porterà al derby inizia con tre giorni di riposo per la Roma. Chissà se ha contribuito la sensazione di una squadra un po’ stanca trasmessa dalla gara con l’Inter a convincere Spalletti a una soluzione tanto estrema. Fino a oggi ne aveva concessi tre senza lavoro in tre mesi. Un elemento in più per trasformare il “casoSabatini nell’affare di stato dei prossimi giorni romanisti.

COSI’ HA SCELTO DI LASCIARE – I motivi che hanno spinto Sabatini all’addio alla Roma? Uno in particolare: l’ingerenza pesante del club negli ultimi giorni del mercato invernale. C’erano in ballo tre operazioni, tra cui quella per portare Perotti alla Roma, da chiudere in fretta. Pallotta però inspiegabilmente perplesso dalle scelte tecniche del direttore sportivo aveva bloccato tutto per analizzarle, chissà forse attraverso il suo software di statistiche elaborato per farne un nuovo “Moneyball” del calcio. Ma il tempo passava senza che il presidente rispondesse alle sollecitazioni del direttore sportivo. In questo modo, per quello che qualcuno aveva vissuto quasi come un capriccio, rischiavano di saltare tre affari utili al futuro (e ai conti) della Roma. Sabatini era pronto a dimettersi subito. Poi ha preferito riflettere, salvo poi tra il 2 e il 3 febbraio, decidere (comunicando la propria decisione a Pallotta): a fine stagione sarebbe andato altrove.

I “FANTASMI” DI SABATINI E IL RISCHIO ALIBI Ho chiesto di andarmene“, ha detto il ds. “Ha sbagliato“, la risposta di Spalletti. Già, perché se il suo addio era ormai il segreto di pulcinella, a Trigoria nessuno ha condiviso i tempi dell’uscita. Dettati anche da una serie di situazioni percepite da Sabatini: voci che gli erano state riportate sul fatto che le radio parlassero di una sua richiesta di buonuscita a Pallotta. Ma anche le chiacchiere sul suo futuro, dal Bologna al Chelsea. Avrebbe voluto chiudere i discorsi con l’annuncio. Ha ottenuto l’effetto opposto. E, è il timore di Spalletti, offerto un pericoloso alibi alla squadra, che adesso rischia di percepire aria di scollamento, di fine ciclo, magari mollando un po’ proprio nel momento culminante della stagione. Intanto Sabatini continuerà a fare mercato, almeno fino al 30 giugno. Ma la domanda è: come si comporterà la società, anche per rispetto del suo successore, quando il ds dimissionario si presenterà con un nuovo contratto da chiudere?

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