Da Sabatini fino a Monchi, se il ds è senza speranza

Il Messaggero (A. Angeloni) – La storia giallorossa è piena di rapporti cominiciati sotto la luna piena e finiti a stracci. L’amore per Sabatini, un sentimento che non si scorda mai, perché il primo; poi quello con Monchi, cominciato con le solite effusioni verbali con Pallotta, che ha poi scelto di mandarlo a casa come l’ultimo degli ultimi, come la causa di tutto. Adesso Petrachi rischia il salto, ma per lui non sono agli atti particolari dichiarazioni d’amore col patron. Anzi, le ultime parole di Pallotta hanno carezzato Zubiria, Fienga, mentre l’ex Torino era stato omesso e messo nel mischione dei vari componenti “dello staff“.

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Ma alla Roma i casi di amori finiti in questo modo cominciano a essere troppi. Il più longevo è stato Sabatini. C’erano ambizioni, idee, ma tutto si è sgretolato per colpa di quei centri di potere che il ds umbro aveva denunciato. Più di tutte incombeva su di lui la figura di Baldini, che, nel ruolo di consulente di Pallotta, continua a creare parecchi imbarazzi, non solo nei vari ds. Anche la permanenza di Monchi è stata influenzata dalla presenza di Baldini, mentre per Petrachi sarà probabilmente fatale l’eccessiva muscolarità del suo operato, che non è stata gradita troppo né dalla squadra né da tanti dipendenti e dirigenti di Trigoria.

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