Corriere dello Sport – «Roma di alto livello»

«Ho un annuncio da fare». Walter Sabatini si è presentato con questa frase a effetto, in perfetto stile americano, nella sala conferenze di Trigoria che lo attendeva come l’oracolo del mercato. Curiosità a mille, domande che si sovrappongono, flash che accecano. Che sta succedendo nella Roma? «Ho comprato tre pacchetti di Marlboro. Zeman non vuole che io fumi e io non voglio che fumi lui. Ma in questa chiacchierata con voi fumerò» . Era solo una boutade esplorativa ma è servita a catturare l’interesse generale. E’ cominciato così un evento interattivo di settantacinque minuti, moderato da due donne: la nuova responsabile della comunicazione, Catia Augelli, al debutto come maestra di cerimonia, e la collega Elena Turra. «Chiedo che ci sia un confronto chiaro» ha ordinato Sabatini. Giacca grigia sulle spalle ( «Posso non indossarla o è uno scandalo?» ) e una sigaretta già inforcata, la prima di molte altre, Sabatini ha provocato e divertito, ammesso e negato, lasciando la platea con una promessa: farà una Roma che possa inorgoglire i tifosi.

OBIETTIVI – Anche senza fissare traguardi: «Capisco che la stampa voglia un preventivo per poi fare un consuntivo. Ma noi siamo dentro a un percorso, che è cominciato lo scorso anno e che mira a far crescere la Roma» . Fiorentino, in qualità di rappresentante della banca azionista della Roma, ha chiesto di competere per la Champions League: «Questo lo vogliamo anche noi, chiaramente. E faremo del nostro meglio per essere pronti subito, perché vogliamo divertirci ma vogliamo anche vincere le partite. La Roma dev’essere forte, anche grazie al nuovo allenatore che punta sempre ad attaccare» . A proposito di Zeman, Sabatini si interrompe per precisare: «Ho sentito delle storie che non rendono giustizia a Sdengo (lo chiama spesso così, ndr) . Lui non è il nostro scudo spaziale. Se faremo degli errori, ci prenderemo le nostre responsabilità. Se ci siamo affidati a Zeman è stato perché lo consideriamo giusto per la nostra mentalità» . Perché chiamarlo solo adesso allora? «Lo scorso anno avevamo altre idee che sfortunatamente, non per colpa di Luis Enrique, hanno portato a una classifica insoddisfacente. Avevamo contattato Zeman per affidargli il settore giovanile. Per fortuna non ha accettato ed è andato a Pescara: non avendo grandi giocatori, a parte due o tre elementi, ha costruito una squadra magnifica. E anche per questo oggi è qui da noi. Ammiro la sua capacità di essersi tirato fuori dal declino professionale che lo aveva escluso dal grande calcio» .

TOP PLAYER? – Ma se Zeman non è uno scudo, la Roma non potrà sparare colpi a sensazione sul mercato. Sabatini lo spiega chiaramente soffermandosi su una definizione che Sabatini detesta: il top player. E’ alla portata della Roma un acquisto più attraente di Castan? «Bisogna capire cosa si intenda con questo neologismo. Dovreste spiegarmi perché Piquè, che alla Roma non verrebbe mai nemmeno se portassimo al Barcellona 120 milioni di euro, è considerato un campionissimo e Castan, che gioca la finale di Coppa Libertadores e che abbiamo ormai quasi acquistato (senza quasi, ndr) , non abbia lo stesso appeal. Non intendo dire che Castan sia il nuovo Thiago Silva ma parlo dei giudizi che si danno sui calciatori» . Castan che giocatore è? «Un ottimo difensore. Un mancino, un ragazzo serio, un carattere dominante che ci verrà utile» . Ma allora i tifosi non possono aspettarsi acquisti entusiasmanti? «Ci saranno rinforzi roboanti, certamente. Magari non nell’immediato, ma ci saranno. Il mercato è appena cominciato. Per il momento stiamo definendo Bradley con il Chievo. E vi assicuro che non si tratta di un affare di marketing ma tecnico. Stiamo inoltre valutando se prendere Tachtsidis, che Zeman ha chiesto assicurandomi che lo trasformerà in un campione (proprio ieri il Genoa ha chiarito che Tachtsidis si trasferirà in comproprietà alla Roma, ndr) . Se poi mi chiedete di entrare nel terreno minato di nomi alla Van Persie, allora vi rispondo che non sono per noi. Non sarebbe giusto portare a Roma giocatori che guadagnano 10 o 12 milioni. La nostra società punta ad essere solida nel tempo, non ad avere un simpatico sceicco alla Mansour che oggi compra tutto e poi magari tra qualche anno si stanca del calcio e si rivolge alla Formula 1» .

LE MOSSE – Più attuale è la ricerca di un terzino destro. Sabatini sorride e poi confonde le idee: «Stiamo comprando un giocatore forte in quel ruolo. E’ italiano, anzi no. E non sarà Van der Wiel. Aspettate e vedrete. Ma è più facile comprare all’estero perché in Italia i prezzi non sono congrui» . E
Tachtsidis è stato chiesto da Zeman per Bradley siamo in fase d’arrivo
poi? «Prenderemo senz’altro due difensori centrali. Non Ogbonna, che ci piace ma costa troppo. E nemmeno Kjaer, che ho deciso di non riscattare: non sarebbe stato giusto riproporlo dopo gli errori dello scorso anno. Voglio costruire un reparto solido anche se Zeman mi ha rasserenato sull’argomento, quando gli ho manifestato le mie preoccupazioni per la difesa. Mi ha detto: “Tranquillo, noi attaccheremo…”. Ecco, mi piacerebbe un attacco capace di segnare 70 gol» . A sinistra la Roma si sente abbastanza protetta, almeno per ora: «Abbiamo preso Dodò che esalta il mio senso estetico del calcio. Poi c’è Josè Angel, che magari è un po’ imbranato ma ha qualità. E Zeman mi ha chiesto di tenerlo in organico per valutarlo. Se poi dovessero cambiare le cose, avremmo un colpo in canna anche per il terzino sinistro. Tutte le operazioni, o quasi, saranno concordate con l’allenatore» .

AVVOCATO – Ma Sabatini è convinto che già adesso la Roma abbia qualità sufficienti: «Se ripenso alla partita di Bologna, che è stata un’opera d’arte, mi viene da pensare che non siamo messi così male. Non so perché non siamo mai riusciti a ripetere quella prestazione nello scorso campionato» . Si sofferma anche sui singoli: «Pjanic potrei rivenderlo subito a 25 milioni. Ma me lo tengo, è fortissimo. Così come Osvaldo, che è incedibile: ha un carattere di un certo tipo ma a me non interessa, è un grande attaccante e lo dimostrerà. E poi vi ricordo Totti, De Rossi. E Lamela: su di lui mi gioco la credibilità. Se si dimostrerà un fallimento, mi dimetterò. Perché siamo così depressi? Non siamo una Rometta, la Roma sarà di alto livello» .

SOCIETA’ – Di alto livello anche a livello manageriale, assicura Sabatini. Che smentisce una rottura con Franco Baldini, un po’ seccato per l’allontanamento di Tancredi e dell’addetto stampa Lo Monaco, senza negare una certa diversità di vedute: «Non esiste una “sbaldinizzazione” né una lotta di potere. Baldini è una risorsa necessaria per la Roma e lo sarà ancora a lungo. Per me è un piacere lavorare con lui, c’è sintonia, nonostante qualche battibecco. Non devo acquisire potere rispetto al suo. Quanto a Tancredi, mi dispiace perché è un mio amico. Ma a volte si fanno delle scelte tecniche all’interno di una società. E Baldini le ha avallate, anzi in qualche maniera le ha condotte».
Corriere dello Sport – Roberto Maida 

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