Roma Primavera, quel mondo inesplorato da Spalletti

Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – I primi mesi del 2017 per la Roma sono stati i più difficili della gestione bis di Spalletti. Tanti impegni, pochissimo spazio per recuperare e per allenarsi in maniera corretta ma soprattutto gli obiettivi portati via dal vento come le foglie in autunno.

In ordine i giallorossi hanno lasciato l’Europa League, per mano del Lione agli ottavi di finale, la Coppa Italia, in semifinale contro la Lazio, e per ultimo il campionato dopo il pareggio dell’ultima giornata contro l’Atalanta. C’è poco da lasciare all’immaginazione, i primi ad arrendersi sono stati i giocatori durante il post partita, Szczesny su tutti: “Per me il campionato è finito, non ci resta che il mini trofeo del secondo posto”. Un ultimo obiettivo da portare a casa a qualsiasi costo per i soldi della Champions League, per poter lavorare tranquillamente in estate e per permettere al nuovo direttore sportivo, con ogni probabilità Monchi, di costruire una rosa forte.

In tutto questo Spalletti poteva fare di più? Si, no, forse, le risposte sono tante e confuse ma il tecnico di Certaldo ha in casa una risorsa che poche squadre possono avere: la Primavera. La squadra di Alberto De Rossi è stabilmente al vertice del calcio giovanile italiano e sta sfornando talenti di qualità come Marchizza, De Santis, Pellegrini, Frattesi, Keba, Soleri e Tumminello che hanno dimostrato di essere pronti al grande salto.

Il trio d’attacco complessivamente ha messo a segno 65 gol ed ha portato la Roma Primavera al trionfo in Supercoppa italiana, in finale di Coppa Italia e spera di portarla a bissare lo Scudetto dello scorso anno. Anche Marchizza e Frattesi si sono resi protagonisti con gol e giocate di qualità soprattutto il centrocampista che nonostante i 17 anni dimostra di valere il calcio che conta.

Forse Spalletti non si è mai fidato di questi giovani, Gerson insegna, ma a lungo andare la cosa avrebbe potuto far comodo. Sono troppi i giocatori che hanno calcato il campo per oltre 3000 minuti in questa stagione e che durante il momento clou sono risultati “assenti”. La fatica accumulata si è fatta sentire prima e si sta facendo sentire adesso col caldo che ha fatto capolino in Serie A. Ormai è troppo tardi per cambiare, si andrà in fondo con i 14-15 che hanno fatto le fortune, e non, della Roma sperando che l’orgoglio dia nuove energie per difendere il secondo posto.

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