Il Messaggero – De Rossi, la fascia e quei silenzi di Cesena

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Assente Totti, toccherà ancora a lui indossare i gradi di capitano della Roma. Come accaduto a Cesena prima della sosta, e come accaduto anche in occasione di Roma-Fiorentina che lo scorso 19 marzo ha sancito l’eliminazione della squadra giallorossa (anche) dall’Europa League. Daniele De Rossi riparte dalla rete da tre punti firmata all’Orogel Stadium, e dalla bocciatura di Antonio Conte in nazionale, oltre che dai suoi silenzi dopo l’ultima gara di campionato. Aveva mille cose da dire, ma ha preferito non dire nulla. Forse perché aveva capito che, al di là del successo romagnolo, le chiacchiere stavano a zero. Anzi, stanno ancora a zero. Sognava, come tutti i tifosi della Roma, di non ritrovarsi a Pasqua fuori da tutti i giochi, eliminato via via dalla Champions, dalla Coppa Italia e dall’Europa League, oltre che dalla corsa per lo scudetto; sa alla perfezione di aver dato come tutti i suoi compagni un contributo negativo ad una stagione inguardabile, e sa anche che non riuscire a restare secondi in classifica fino all’ultimo secondo di campionato sarebbe imperdonabile.

ATTUALITÀ E FUTURO In settimana non si è allenato come avrebbe voluto e potuto ma, come al solito, non si tirerà indietro. Nella gara d’andata Garcia lo tenne in panchina per 90 minuti, preferendogli al centro del centrocampo Keita, oggi assente perché infortunato. Una mossa, quella di Rudi, che si è ripetuta spesso durante la stagione, vedi la recente trasferta in casa del Verona. Non è per questo, però, che si sono accavallate le voci di una sua partenza da Roma a fine stagione: in realtà, l’ipotesi di un futuro negli Usa è legato alla scadenza del suo contratto con la Roma, non prima. È presto, perciò, per parlare di queste cose: l’attualità è la sfida al Napoli, il secondo posto da difendere e un Olimpico da riconquistare dopo le contestazioni maturate alla fine delle partite contro Sampdoria e Fiorentina. Non proprio una passeggiata, a ben vedere. Ma neppure un ostacolo insormontabile.

Il Messaggero – M. Ferretti

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