Roma vs Milan, la nobile decaduta che non si rialza più. Il lupo sbrana il diavolo

Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – Se in queste puntate in giro per l’Europa abbiamo studiato alcune tra le più forti squadre, ora analizzeremo una nobile decaduta che nel suo palmares vanta ben 7 Champions League: il Milan. Dall’era Berlusconi, la più vincente di sempre, ad ora, sembra passato un secolo, ma l’ex Premier italiano è stato presidente fino al 2017 prima di lasciare la mano. In questi anni un completo disastro: da fantomatici personaggi cinesi ad una dirigenza, quella odierna, che si scontra anche internamente. Il cambio di guida non ha giovato al Milan, anzi, ora in Europa il suo nome fatica a comparire. Il discorso è diverso per la Roma che, dopo i primi anni di fatica dell’era americana, ha imbroccato la strada giusta facendosi vedere nel campo che conta e andando a bussare alla top 10 del Ranking UEFA. Come detto non sono mancate le difficoltà, ma la squadra è stata sempre competitiva raggiungendo un ottimo livello.

DIFESA

Zapata, Musacchio, Conti, Caldara, Rodriguez, Calabria. Sono questi alcuni dei nomi che compongono e che hanno fatto parte della difesa del Milan. Tutti sono accomunati, però, dallo scarso rendimento offerto. Chi non si è mai visto, come Caldara, chi sta pian piano prendendo posto, Conti, e chi ha fallito completamente, Rodriguez che ha lasciato la squadra a gennaio. In due hanno resistito e formano lo zococlo duro del reparto: Donnarumma e Romagnoli. Il primo potrebbe andare via anche a breve visto che è cercato dalle top d’Europa, il secondo è capitano e simbolo. E’ grazie a loro se la difesa milanista non ha mai veramente collassato: 36 gol subiti lo scorso anno, 42 due anni fa, 45 e 43 andando ancora dietro nel tempo. Sempre in equilibrio con la Roma che il vero distacco ce l’ha avuto nella stagione 17/18 quando incassò soltanto 28 reti. La linea di galleggiamento di questa annata vede una sostanziale parità: 35 a 34 in favore dei rossoneri che in classifica, però, pagano 9 punti di ritardo e lo scontro diretto perso all’Olimpico per 2 a 1. Comunque, anche nella Roma non sono mancate le difficoltà, non tanto al centro dove ha sempre trovato coppie che hanno reso alla grande, ma soprattutto sulle fasce dove il rebus continua e continuerà anche nel futuro. Qui il Milan ha una certezza che è Theo Hernandez. E’ stato lui il colpo, anche inaspettato, del mercato del diavolo. Con 5 gol e 2 assist il francese è nettamente il miglior giocatore della squadra di Pioli.

CENTROCAMPO

Impalpabile il centrocampo del Milan. In estate sono stati acquistati Bennacer e Krunic che sono stati fatti passare per colpi della stagione, ma che, in verità, stanno dando un contributo veramente misero alla causa. Il primo è titolare fisso con Pioli, mentre la prima parte della stagione ha visto Biglia destreggiarsi tra le maglie avversarie. Il secondo è completamente un oggetto misterioso avendo giocato poco più di 600 minuti in totale. Un punto fermo, ma che ha barcollato questo inverno, è Kessie, mentre il gran colpo di un anno fa, Paqueta, tra crisi di saudade e scarso rendimento, non ha mai espresso il suo potenziale. Nessun supporto per gli attaccanti, pochi assist, anzi nulli visto che il “migliore” è Biglia con 1 solamente. Nulla a che vedere con gli alfieri della Roma che vengono comandati da Pellegrini a 8 ma che, a differenza del Milan, hanno buttato anche la palla in porta. Il confronto lo tiene Bonaventura che si trova a 3: a giugno lascerà San Siro a parametro 0.

ATTACCO

Peggio del Milan, che ha 28 reti segnate, hanno fatto soltanto Brescia, Spal, che occupano le ultime due posizioni in classifica, e Udinese. Il resto della Serie A ha segnato quanto i rossoneri o è direttamente sopra. La Roma stacca completamente i rossoneri a quota 51 reti fatte, ben 23 in più. L’attacco di Pioli non segna e le cose sono leggermente migliorate con Ibrahimovic che, aprendo gli spazi, ha fatto rinascere Rebic che nell’ultimo periodo è salito a quota 6, miglior bomber della rosa. Ibra il suo lo sta facendo, 3 sigilli messi a segno, ma non basta. Il grosso fallimento di Piatek è la ciliegina sulla torta di tutti gli errori commessi dalla società fino ad oggi. Completamente l’opposto per la Roma che ha trovato il suo bomber in Dzeko e non ci ha mai rinunciato, nemmeno quando era ad un passo dalla firma con l’Inter. Il bosniaco è stabilmente in doppia cifra in campionato e, anche se non segna come Ronaldo o Immobile, gioca molto per la squadra mandando in rete anche gli esterni. Ne giovano Kluivert e Mkhitaryan, ne giovava, prima dell’infortunio, Zaniolo. Tra i due c’è grande alchimia, cosa che al Milan non esiste: molte azioni personali e zero corali. Anche la Roma, però, ha come vice-bomber un difensore che risponde al nome di Kolarov. Anche lui sinistro come Hernandez, ma meno esplosivo vista l’età che avanza. Uno è un cecchino da calcio piazzato, l’altro fa male con palla in movimento. Sugli esterni non c’è partita. Suso è stato mandato via per disperazione, il pubblico del Meazza non lo sopportava più. Castillejo è più un funambolo di uno che mette la palla nel sacco, Calhanoglu va a fasi alterne e Leao non ha ancora ben capito quale posizione in campo dovrà occupare nella sua carriera.

In mezzo a tutto questo sicuramente non hanno aiutato i cambi in panchina, ma non è un alibi visto che anche la Roma ha cambiato spesso mantenendo sempre buona la sua posizione in classifica. Semplicemente, da Montella, Giampaolo, Gattuso e chi per loro, la squadra non è mai stata competitiva e anche il futuro non è roseo come qualcuno può farci credere. Nella battaglia dei reparti, società inclusa, Roma batte Milan 3-1.

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