Corriere della Sera – Luis Enrique: “Roma, niente cali di tensione”

«Qualità e passione: così ottieni il massimo». Alla vigilia dell’ultima partita del 2011, a Bologna, contro un avversario più difficile di quanto dica la classifica, Luis Enrique traccia il ritratto della Roma che vorrebbe vedere stasera e soprattutto nel 2012. Calcio italianizzato? Non scherziamo, por favor. Come dirlo di un allenatore che contro la Juve ha schierato tre punte (Totti, Osvaldo e Lamela) più un trequartista (Pjanic) e che a Napoli, con la squadra in vantaggio per 2-0, ha sostituito Lamela con un attaccante ancora più punta lui, cioè Bojan? Anche l’espulsione del mental coach, Tonin Llorente, contro il Napoli diventa l’occasione per ribattere il concetto iniziale: «Llorente è una persona importantissima per me e di cui ho fiducia, una persona che sa quello che succede dentro lo spogliatoio. Lui è passionale, mi piace la gente passionale, mi piace il tifo passionale della Roma, mi piace che il calciatori giochino per loro. Voglio una squadra passionale con qualità. Sono contentissimo che Llorente sia con me. Era una scelta prioritaria per me. Se lui fa così per animare i giocatori, bravissimo. È uno della curva Sud vicino a me».

Juventus e Napoli garantivano motivazioni extra, sarà così anche contro il Bologna? «Alla fine il premio della partita è lo stesso: tre punti. Questa sarà una delle chiavi della partita: avere la stessa attenzione e motivazione delle ultime due gare. Abbiamo parlato di equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva perché senza questo equilibrio non è possibile vincere. Si attacca tutti insieme e si difende tutti insieme».
Sarà la terza gara in dieci giorni, ma l’asturiano è tranquillo: «Per il livello fisico non ho nessuna paura. Contro la Juventus, che è la squadra più intensa del campionato, non ho visto nessun problema. Tutto il contrario. Chiellini ha detto che non ha mai incontrato una squadra che correva così tanto. Mi preoccupa semmai qualche colpo preso, che è sempre difficile recuperare in pochi giorni».

L’idea sembra cambiare il meno possibile, probabilmente solo uno tra Simplicio e Greco per far rientrare Pjanic, che era squalificato a Napoli. Parole dolci per Erik Lamela: «È un ragazzo di 19 anni con tantissima fame. Può giocare in qualsiasi ruolo perché ha la giusta voglia. In futuro mi piacerebbe moltissimo provarlo pure come interno di centrocampo. È una sorpresa molto gradevole, mi aspetto che continui così per la strada giusta, con la testa tranquilla». De Rossi in difesa, Lamela a centrocampo, tre attaccanti. Italianizzato o Barça style?
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

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