La Repubblica – La curva con l’allenatore “Mai schiavi del risultato”. Applausi per Sandri

Giorgio Sandri sotto la Curva Sud e, dalla parte opposta, Luca Di Bartolomei. Roma-Lecce si apre così, nel ricordo di un doppio dolore, che non guarda alle bandiere e al colore del tifo. Il pubblico romanista si unisce così, a distanza di due settimane, agli applausi dei cugini per la fondazione che porta il nome di “Gabbo”. Sarà l’emozione, sarà la nostalgia del campionato dopo due settimane di sosta, il cuore del tifo si colora più del solito per le squadre: una fascia giallorossa su fondo bianco abbraccia la curva, dando un volto al coro “Roma Roma”. Insieme, un messaggio: “Mai schiavi del risultato”. Dopo l’allenatore, neanche il pubblico pagante guarda più la classifica?

Dettagli irrilevanti, forse, nell’epoca del “luisenrichismo”. Sotto il maxischermo, una fila di bandiere sventola sul calcio d’inizio: si vedrebbero anche, senza i fumogeni che piovono verso il campo costringendo i pompieri agli straordinari. Nord e Sud sfidano il freddo a colpi di “Forza magica Roma”, mentre Totti resta a gelare in panchina.
Prova a scaldarlo il lampo di Pjanic, che Bojan vorrebbe imitare senza successo. L’errore solleva dubbi sulla sua identità: “Mi sa che quello è Vucinic travestito”, sogghigna qualcuno dei pochi spettatori distribuiti comodamente sulle gradinate. Spaventati, forse, più dall’inverno improvviso che non dal curriculum del timido Lecce. In tribuna, invece, spicca il volto rubicondo di Mr Tom DiBenedetto, intento a scaldarsi soffiando tra le mani: per rivedere sole, mare, pizza e mandolino, dovrà attendere un po’.

La Repubblica – Matteo Pinci

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