Roma, le Tre Fontane di felicità

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La Gazzetta Dello Sport (C.Zucchelli) – «Sono saltati tutti gli schemi». Lo diceva col sorriso un funzionario di polizia, quando il sole era ancora alto al Tre Fontane e la Roma si stava allenando circondata dall’affetto di 4mila tifosi. Doveva essere aperta soltanto una tribuna, l’unica agibile dell’impianto, alla fine la società è stata costretta a chiedere l’autorizzazione per aprire anche l’altra, vista l’enorme affluenza. La squadra è arrivata poco dopo le 15, un’ora abbondante di allenamento, festa per tutti, cori, baci e abbracci, come sempre dopo un derby vinto. E proprio per non rovinare l’atmosfera festosa quei pochi, circa una ventina, che hanno insultato Lulic dandogli dello «zingaro di m…» mentre entravano nell’impianto intorno alle 14.40, sono stati messi subito a tacere dal resto dei tifosi, tanto che il giocatore della Lazio è stato poi ignorato per tutto il pomeriggio.

CALZINI E RIGORI – L’unica sua notizia si è avuta da un calzino nero appeso alla rete su cui c’era il suo nome. Per il resto i romanisti hanno rivolto cori ironici soprattutto a Wallace, che col suo errore ha spianato la strada alla Roma verso la vittoria. I più giovani cantavano, i più anziani ricordavano i tempi in cui al Tre Fontane si allenavano i campioni degli Anni 80, molti erano incuriositi dai nuovi: «Ma Gerson è alto eh, ha il fisico?», diceva un papà al figlio, evidentemente più incuriosito dalla cresta di El Shaarawy. Un altro, invece, era attratto dalle belle parate di Alisson (a parte il goffo intervento finale che ha strappato qualche risata), desideroso di mettersi in mostra. Totti, neanche a dirlo, il più acclamato, soprattutto quando ha battuto un rigore conquistato da Iturbe. Il capitano poi commenterà: «Che bello l’abbraccio dei tifosi, che bello riavervi con noi» Comunque anche Iturbe è stato applauditissimo, così come gli eroi della stracittadina Nainggolan e Strootman, l’infortunato Florenzi, il bomber Dzeko e, ovviamente, De Rossi. Quelli che non hanno giocato il derby si sono allenati al completo, con tanto di partitella a campo ridotto con alcuni della Primavera, gli altri, dopo una breve corsa e un lavoro di scarico, sono tornati a Trigoria per fare fisioterapia e lavori specifici, con sorrisi grandi così vista la giornata.

L’INCHINO – Giornata che, intorno al Tre Fontane, è iniziata ben prima delle 15. La Roma aveva messo una trentina di steward a disposizione, intorno alle 13 c’erano già i primi tifosi in fila, un’ora più tardi sono stati aperti i cancelli ed è iniziata la festa. Quando è arrivata la squadra a bordo del pullman ufficiale sono scattati gli applausi e i cori per tutti, tante sciarpe e bandiere, qualche fumogeno, i soliti cori contro l’ex prefetto Gabrielli, e quelli a favore di Spalletti che, invitato ad andare sotto la curva, ha risposto regalando un inchino a tutti i tifosi presenti. Alla festa mancava soltanto Rüdiger, in permesso per partecipare in Germania al matrimonio del fratello. Tra i 4mila non c’erano molti dei gruppi della Sud: qualcuno è andato, qualcun altro ha preferito restare a casa perché nella notte tra domenica e lunedì è venuto a mancare «Giorgetto», storico tifoso della curva Sud, ideatore di molti cori dei tifosi della Roma. Chi è andato al Tre Fontane lo ha ricordato con uno striscione, gli altri lo hanno fatto attraverso i social network e i forum. Per tutti, il commento di Stefano: «Te ne sei andato dopo aver vinto il derby, non c’era modo migliore».

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