Roma-Lazio allarme rosso

Corriere dello Sport (F.Patania) – Nervi saldi. Si dice ogni anno, ma non succede, allo stadio Olimpico ancora meno se il derby tra Roma e Lazio, come svelano le statistiche, ha prodotto 32 espulsioni, più di ogni altra partita di serie A dalla stagione 1994/95, presa in esame perché ha segnato la svolta dei tre punti. Il conto, in 23 campionati per un totale di 46 sfide, si divide in 13 cartellini rossi ai giocatori della Roma e ben 19 ai danni della Lazio. Tensione alta, contrasti ruvidi, colpi proibiti, proteste: la cronaca degli ultimi vent’anni è piena di casi da moviola, di veleni e polemiche durate settimane intere e portate avanti chissà quanto, moltiplicando gli effetti collaterali, spesso più dannosi di un risultato negativo. Tutto senza considerare la posta del confronto di sabato, mai così alta dal 1994/95. Neppure nelle stagioni degli scudetti di Cragnotti e Sensi, Lazio e Roma avevano prodotto 55 punti in tandem nelle prime 12 giornate di campionato (al netto di due partite rinviate) arrivando a sognare, quasi nella stessa misura, non solo la Champions ma la possibilità di “spareggiare” e poi lanciarsi nel duello per il titolo con Napoli e Juve. VAR. Nervi saldi chiederanno Inzaghi e Di Francesco ai propri giocatori. Il derby romano gioca brutti scherzi. Lo sa bene Radu, venne espulso per una testata a Simplicio. Se lo ricordano Lulic e Rüdiger per la spiacevole discussione di un anno fa. Non ci sono paragoni in Italia se è vero che la sfida tra Lazio e Roma ha prodotto almeno il doppio delle espulsioni rispetto alle altre stracittadine nello stesso arco temporale (16 cartellini rossi tra Juve e Torino, 15 tra Milan e Inter, 9 tra Genoa e Samp) e si trova persino davanti ad una classica in chiave scudetto come Roma-Juventus (28). Allarme rosso, sarebbe il caso di aggiungere, occhio alle scivolate o agli interventi duri, perché questo sarà anche il primo derby con l’ausilio del Var, invocato e atteso, a volte contestato e dunque temuto. Attenzione al gioco violento, si rischierà il rosso diretto per un’entrata cattiva sfuggita all’arbitro così come sarà meglio evitare plateali simulazioni in area di rigore. La caduta di Strootman, ricordando l’ultimo derby del 30 aprile, oggi avrebbe provocato l’ammonizione dell’olandese invece del rigore del provvisorio pareggio (1-1) firmato da De Rossi prima del raddoppio di Basta e del sigillo di Keita (1-3). Fattori da considerare nella preparazione di una partita tattica all’ennesima potenza e da giocare sul filo dei nervi.

DISCIPLINA – Converrà giocare a calcio e il confronto, dal punto di vista tecnico, promette di essere divertente come possono esserlo le due squadre. Il palleggio della Roma, le ripartenze della Lazio, i tagli di Perotti ed El Shaarawy, i tocchi di Luis Alberto e Milinkovic, i gol di Dzeko e Immobile, il senso tattico di Leiva e De Rossi. L’insegnamento del passato non deve oscurare la fotogra a del presente. Roma e Lazio, ad oggi, hanno totalizzato appena un cartellino rosso dall’inizio del campionato. Percorso netto per i giallorossi, Parolo si è fatto prendere in castagna (doppio giallo) al novantesimo della partita con il Milan, vinta con largo anticipo e distanza (4-1). Peccato veniale. Ma la squadra di Di Francesco eccelle nel recupero pulito e nel chiudere le linee di passaggio: appena 10 cartellini gialli, è la meno ammonita del campionato, significa che non ha bisogno di commettere fallo per riconquistare la palla. Anche la Lazio è tra le squadre meno cattive della serie A: 17 cartellini gialli come Napoli, Sampdoria e Crotone.

MENO DRIBBLING – E’ indicativo il parametro dei falli commessi: appena 114 per Roma e Samp, seguite dal Napoli a quota 120, forse le tre squadre che puntano di più sul possesso palla. Lazio quint’ultima a quota 134: la densità del centrocampo biancoceleste, il senso della posizione garantito da Leiva e il muro alzato da De Vrij sono le certezze di Inzaghi per costruire una buona fase difensiva. Simone, rispetto alla passata stagione, ha eliminato il dribbling di Keita e Felipe: appena 107 falli subiti, ma constatando il record negativo del Napoli (102) non è un male. Sono così veloci e fulminanti nel gioco in profondità da eludere qualsiasi tattica ostruzionistica. La Roma ne ha subìti 132, non tantissimi. Di Francesco, come Inzaghi, predilige il calcio verticale.

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