Il Messaggero – Roma, il gelo da sciogliere

Riscatto. Non c’è altra parola che si possa abbinare alla Roma di questi tempi. Anzi degli ultimi tredici giorni. Volati via insieme con tutti gli obiettivi: l’eliminazione dalla Coppa Italia a Torino che si somma all’addio ad agosto dall’Europa League, il pari orribile contro il Bologna all’Olimpico domenica scorsa e la caduta vergognosa mercoledì sera a Cagliari. L’Inter dell’ex Ranieri, per la prima volta avversario dopo le dimissioni di un anno fa, può essere la rivale ideale per avere ancora qualche ambizione in una stagione che sembra buttata troppo presto. Per quasi dieci anni, è stata una sfida scudetto.

Oggi non più, con i nerazzurri quinti e i giallorossi sesti e lontanissimi pure dal terzo posto (10 punti). Ma in questo pomeriggio, annunciato freddissimo, vale la pena ricordare il passato per dare un senso al futuro. Anche perché, fin qui, il gruppo di Luis Enrique è stato incapace di battere chi la precede attualmente in classifica. Perché la gara, posticipo del sabato sera di questa terza giornata di ritorno, è stata prima anticipata a ieri pomeriggio e poi rinviata a oggi alle ore 15, colpa della nevicata di venerdì. I teloni, tolti in mattinata, e le lampade, arrivate dall’Olanda su suggerimento di Luis Enrique (le usano a Barcellona), hanno protetto e riscaldato il terreno di gioco.

Ieri mattina è stata spalata la neve e nelle vie adiacenti è stato sparso altro sale e sabbia silicea. La prevenzione del Coni, insomma, ha funzionato, grazie ai 350 addetti che da un giorno e mezzo sono al lavoro senza pause nell’area del Foro Italico e all’interno dello stadio. Anche senza i cumuli di ghiaccio, già portati via dai bordi del campo, l’atmosfera sarà lo stesso glaciale. La Roma dovrà sciogliere il gelo che la circonda e che coinvolge tecnico, giocatori e anche società: i fischi alla fine della partita di Bologna, la delusione per il mercato di gennaio orientato più sulle cessioni e concentrato sull’unico arrivo, il centrocampista brasiliano Marquinho che non è ancora a disposizione di Luis Enrique (solo ieri è sbarcato nella Capitale), l’indifferenza dopo la gara persa a Cagliari che è certificata da una prevendita fiacca con circa 15 mila biglietti venduti. Più di mezzo Olimpico, dunque, sarà vuoto: previsti non più di 35 mila spettatori.

Venerdì la società giallorossa, proprio per assicurarsi il calore della gente che tra l’altro è sempre stata affettuosa e paziente in questa stagione, ha chiesto a Francesco Totti di fare un appello ai tifosi della Roma. “In questo momento abbiamo bisogno di voi”, ha ammesso il capitano a nome di tutti. Anche di Luis Enrique che, per l’equilibrio dell’assetto, non può più fare a meno di Daniele De Rossi, assente dal 14 gennaio e nel pomeriggio in campo per la prima volta da giocatore libero, anche se ormai da 10 giorni Baldini ha dato per scontato il rinnovo del centrocampista. Che magari oggi non giocherà tutta la gara e che non parteciperà ai prossimi due incontri, mercoledì a Catania (era stato sostituito prima della sospensione) e lunedì 13 febbrario a Siena.

In campo, per il resto, la formazione migliore del momento: così ha fatto capire l’asturiano nelle ultime ore. Con il rientro di Heinze, uno degli 8 argentini della sfida (e tre sono infortunati: Alvarez, Burdisso e Osvaldo). Marquinho è arrivato ieri mattina con il suo manager Rivelino jr. Ha pranzato a Trigoria con Fenucci, ha conosciuto Totti, ha salutato gli amici Juan e Simplicio, ha parlato con Luis Enrique, si è allenato in palestra (come il resto della squadra: i campi erano innevati) e ha dormito a Trigoria (come l’allenatore e Llorente, non i compagni che torneranno stamattina). Il brasiliano sarà all’Olimpico e domani farà le visite mediche fiscali al Gemelli. Un aggiornamento sulla proprietà: la ricapitalizzazione sarà l’occasione per rivedere le quote di partecipazione tra i soci Usa (possibili nuovi ingressi). Entro la fine dell’anno, oltre alla prima tranche di 50 milioni a maggio, serviranno 10 milioni in più per il fabbisogno di cassa.
Il Messaggero – Ugo Trani

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