La Repubblica – Piumini e palle di neve, gli spalti in festa nonostante il gelo

Neanche gli efficacissimi tornelli, stavolta, potevano lasciar fuori le armi della “battaglia”. Perché proprio mentre la Roma prende l’Inter a “pallate”, in curva si scatena la prima guerra di palle di neve che il tifo romano ricordi. Prodigi del disagio climatico. Prologo a una domenica da incorniciare, in Sud il calcio d’inizio viene accolto con una festa di palloncini gialli e rossi. Non senza polemica: “Fieri ostentiamo i nostri colori… In un calcio senza valori”, spiega uno striscione dei tifosi. Vorrebbe quasi abbracciarli tutti Borini, quando con la gioia del gol calda nel cuore corre solitario (ma perché?) verso di loro. In cambio, palle di neve anche per lui. Problemi che non ha Marquinho, nascosto da un giaccone più grande di due misure: abbastanza per non rimpiangere i 34 gradi di Rio? Del clima risentono anche gli ospiti: “Interista metti le catene”, cantano in Norderoi” a torso nudo. Più che altro, però, Ranieri mette il catenaccio. Unici contenti dei fiocchi che imbiancano lo stadio i nostalgici: “Tutti in campo alle 15: La natura delle cose… con la forza della natura”. Dalla copertura cade pericolosamente neve in campo.

Cade anche Luis, che per riprendere Gago rischia lo scivolone scenografico. Esce Pazzini: fischi. Entra Bojan: idem. E pensare che lui non ha ancora fatto perdere nessuno scudetto alla Roma. Gli interisti scappano con 10 minuti d’anticipo, proprio mentre Luis lancia il baby debuttante: “Piscitella facci un gol”, chiedono in Sud. Bojan gli ruba il sogno calando il poker. Come sorpresa, bastava la neve.

La Repubblica – Matteo Pinci

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