Roma vs Inter, Conte ha blindato la difesa. I gol nei piedi di Lukaku e Lautaro

Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – L’arrivo di Conte all’Inter è stato accolto come la soluzione a tutti i “mali” degli anni precedenti. In parte è stato così, ma i nerazzurri non sono ancora la corazzata che ci si aspettava ad inizio anno. Con una partita in meno il distacco dalla Juventus, prima, è di 9 punti con entrambi gli scontri diretti persi. La distanza con la Roma, al suo anno zero, è di 11 punti gran parte conquistati nel momento di sbandamento dei giallorossi. Sono stati spesi tanti soldi da Zhang durante il mercato: 75 milioni per Lukaku, il più caro, quasi 50 per Barella, oltre 22 per Lazaro che ha fallito miseramente, senza contare Sensi, il parametro zero Godin, il prestito di Sanchez e gli arrivi di gennaio Eriksen, Moses e Young con Giroud sfuggito di un niente. Un mercato faraonico che non ha soddisfatto, incredibilmente, Conte che in inverno ha alzato la voce: “Non abbiamo mica comprato mezzo Real Madrid“. Sempre e tutto riconducibile ai soldi, motivo per cui il pugliese ha scelto la sponda nerazzurra invece del progetto della Roma.

DIFESA

All’ex juventino va il merito di aver blindato la difesa che già poteva contare sulle prestazioni di Handanovic, Skriniar e de Vrij. Il reparto a tre del salentino si conferma uno dei migliori d’Italia e d’Europa con l’inserimento graduale di Bastoni che è stata la vera arma vincente. Ha deluso Godin che non ha mai replicato le gesta avute nell’Atletico Madrid. 24 gol subiti, come la Juventus, affermano i nerazzurri come seconda difesa del campionato, alle spalle della Lazio che ne ha incassati 23. Spesso Handanovic è stato grande protagonista e quando è stato fuori per il problema alla mano la differenza con Padelli si è vista, tanto da far tornare l’Inter sul mercato per provare a prendere Viviano. Lo sloveno è da anni un punto fermo della retroguardia interista e, tra rigori parati e miracoli che hanno portato punti pesanti, è difficilmente sostituibile. La Roma, invece, in estate ha speso molto per accaparrarsi Pau Lopez, protagonista della buona stagione del Betis e terzo portiere della nazionale spagnola. 23,5 milioni di euro più il 50% della rivendita di Sanabria. Tanto è costato il numero uno giallorosso che ha risposto presente sul campo. Soltanto una papera contro la Lazio, con conseguente gol del pareggio dei biancocelesti, l’ha rimesso con i piedi per terra. Una serie di indecisioni che hanno fatto barcollare il pubblico giallorosso, ma nelle ultime uscite è sembrato in netta ripresa. Così anche la difesa della Roma che, dopo un inverno al gelo, ha ripreso a macinare chiusure e sicurezze. Al netto dei 35 gol subiti c’è stato un grande lavoro anche da parte di Fonseca che, come il suo collega Conte, ha dedicato molti allenamenti al reparto arretrato.

CENTROCAMPO

L’ascesa di Brozovic ha aiutato molto l’Inter che ha nel croato il vero punto di riferimento. Ad inizio stagione hanno aiutato i gol di Sensi, poi, dopo una serie di problemi muscolari, è arrivata la quantità di Barella che ha spostato l’asticella più in alto relegando l’ex Sassuolo ad un ruolo marginale. Un posto importante ce l’hanno anche Vecino e Candreva, pupillo di Conte. Gli esterni sono tutta fascia ed hanno un ruolo decisivo nei 5 di centrocampo. A gennaio è arrivato Eriksen che ha faticato ad ambientarsi in breve tempo, anche per via del modulo poco adatto alle caratteristiche di un trequartista puro come lui. Il danese ha fatto vedere le sue qualità di calcio e di costruzione del gioco incidendo, però, poco sulle sorti dell’Inter. Come detto comanda Brozovic. Comanda nei gol, 3, comanda negli assist, 5, ed è risultato decisivo per 3 volte sbloccando il risultato sullo 0-0. Nessuno come lui in questo reparto. Nessuno come Pellegrini nel centrocampo della Roma. Qualità e quantità al servizio di Conte e Fonseca che si affidano molto alle giocate dei loro due assi.

ATTACCO

E’ stato preso Sanchez dopo una lunghissima trattativa col Manchester United. E’ stato fatto salire Esposito dalla Primavera. Ma l’attacco porta soltanto due nomi: Lukaku e Lautaro. I due, in Serie A, si sono divisi 28 gol. 17 per il belga, 11 per l’argentino. Si trovano alla perfezione. Uno di grande stazza con una velocità da far spavento, l’altro più brevilineo che sguscia tra le difese avversarie. Dietro di loro, però, il vuoto. Abbiamo parlato spesso di Dzeko solitario per la Roma, ma anche all’Inter il discorso può essere analogo. Anzi, i giallorossi hanno fatto quasi meglio con Mkhitaryan e Kolarov, ancor meglio se aggiungiamo le reti di Kluivert e Zaniolo. Tutto questo si riflette in campionato dove la squadra di Conte ha messo a segno 49 reti, 2 in meno della banda di Fonseca che è a 51. Lukaku e Lautaro segnano, sbloccano le partite, 8 volte per l’asso di Bahia Blanca, dove è nato un altro grandissimo come Ginobili, ma lavorano poco per la squadra. I 4 assist forniti da Dzeko, invece, fanno capire perchè Conte lo voleva a tutti i costi nella sua rosa. Un giocatore totale come il bosniaco a Milano non c’è. Inoltre è anche decisivo col punteggio bloccato visto che per 6 volte il Cigno di Sarajevo ha mandato in vantaggio la Roma.

I soldi non fanno la felicità e non fanno un progetto obbligatoriamente vincente. Conte se ne è accorto col passare delle giornate e andando a scontrarsi con la società in più di un momento, soprattutto quando l’Inter ha avuto qualche infortunio di troppo. Pensate se fosse stato sulla panchina della Roma… La solidità difensiva, comunque, sta garantendo un campionato da vertice per i nerazzurri, ma i giallorossi, con tutte le loro lacune ed un progetto appena nato, hanno dimostrato che nel gioco non sono lontani dai nerazzurri.

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