Il Romanista – Un Romanista in Commissione

Alle ore 12 di ieri è stata presentata la “Hall of fame” dell’AS Roma, iniziativa presentata con dovizia di particolari. Per il sottoscritto l’occasione di raccontare le emozioni vissute come membro della commissione (Luigi Ferrajolo, Gianfranco Giubilo, Mario Sconcerti e il Maestro Ennio Morricone ne sono i protagonisti) che è stata incaricata di esprimere le 11 cinquine che verranno sottoposte all’attenzione e al voto dei tifosi giallorossi. E’ stato un grande onore, di più, un privilegio che ho accolto come un’opportunità unica e irripetibile. Mettendo piede a Trigoria ho ripensato agli Anni 80. Allora andavo al “Fulvio Bernardini” a ritirare l’abbonamento, perché la sede giallorossa era l’unica abilitata al rilascio del prezioso lasciapassare per l’Olimpico. Gli ultimi tre chilometri non erano serviti dagli autobus e in alcune occasioni “me li facevo” a piedi. Pericolosetto, tanto che fu proprio Dino Viola, questo me lo confidò la signora Flora, vedendo tanti ragazzi che compivano quel tragitto a iniziare a muovere i passi per sollecitare l’ATAC a decidere di destinare una linea al piazzale che oggi porta il nome del grande presidente del secondo scudetto. Sempre nel 1983 mentre eravamo in marcia per raggiungere lo sportello abbonamenti, sentii uno dei due tifosi che erano davanti a me dire: «Che forza, è una Mercedes 240». Mi girai e vidi al volante Carlo Ancelotti. Qualcuno urlò: “Ao’ c’è er bimbo” e lui ci fece segno con la mano con quel sorriso aperto e cordiale che non ha mai perso.

Ecco, per me Trigoria è soprattutto il ricordo di quegli anni. In seguito ci sono tornato in alcune occasioni, come nel 2009 quando stavo realizzando il libro dedicato a Giorgio Rossi. Varcando i cancelli del Bernardini ho ripensato anche al mio percorso di romanista. Ho iniziato a tifare Roma con tanto di tessera del “Picchio’s Club” nel 1977, alla veneranda età di sei anni, nel 1992 a interessarmi di storia della Roma a livello di ricerca sul campo. Una tesi di laurea, nel 1999, sulla nascita del Club giallorosso e la raccolta sistematica di testimonianze orali (mio personalissimo pallino) e documentali legate all’attività della Lupa, soprattutto nei primi 15 anni di vita. Nel 2007 l’esperienza indimenticabile nel gruppo di pazzi che aiutò ad allestire la mostra di Testaccio dell’Unione Tifosi Romanisti, nel 2008 la designazione, voluta da Roberto Mencattini, nel Comitato Storico “Fortitudo 100”, incaricato dei festeggiamenti per il centenario di una delle mitiche cofondatrici della Lupa e con il mandato di realizzare con Cristiano Tesei il volume celebrativo dei leoni di Borgo. Nel marzo del 2010 (e di questo debbo ringraziare una volta di più Fabrizio Grassetti), fui tra i relatori del seminario sulla storia della Roma tenuto all’Aula Magna della Sapienza che in quel giorno si fregiava di un meraviglioso ritratto di Italo Foschi.

Eccomi dunque alla fine di questo viaggio nella sala Trofei della Roma, dove ci è stato sottoposto lo statuto della Hall of fame e dove ci è stata spiegata la finalità e la filosofia di questa iniziativa. E’ bella la sala trofei della Roma, di una semplicità disarmante, con un enorme tavolo da riunioni e in fondo, dominante, la Coppa Coni, il primo trofeo conquistato dal club. In una teca, allineate una dietro all’altra le tre coppe dello scudetto. E ancora le miniature delle coppe conquistate … insomma parlare di storia in questo contesto fa un certo effetto, difficile da spiegare. Per quanto riguarda la scelta materiale delle cinquine che saranno sottoposte alla scelta dei tifosi, posso solamente dire che la discussione è stata approfondita ed estremamente ponderata. Ciascuno ha cercato di mettere in evidenza le proprie ragioni mostrando attenzione alle argomentazioni degli altri presenti. Va da sé, ma questo lo ha rimarcato anche l’AS Roma che tutti coloro che hanno vestito la maglia della Roma, anche per una sola gara, meritano di essere ricordati e custoditi nel cuore degli appassionati giallorossi. Tengo inoltre a dire che lo sforzo della commissione è stato quello di raggiungere una sintesi tra i protagonisti di tutti i decenni giallorossi, anche quelli più lontani dall’attualità. Una difficoltà oggettiva, senza dubbio, è stata quella di affiancare a determinati numeri di maglie, calciatori il cui ruolo di riferimento, nel corso dei decenni, ha subito un’evoluzione se non addirittura una trasformazione radicale.

Il Romanista – Massimo Izzi

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