Roma, Garcia all’angolo

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Leggo (R.Buffoni) – Ieri i bookmakers hanno aggiornato le quote: il pareggio con il Sassuolo ha fatto salire quella dello scudetto della Roma a 3,10 volte la posta. I bookies (informa Agipronews) hanno aperto le puntate, però, anche sull’esonero di Garcia: entro Natale vale 3,80. Del resto, al terzo anno di gestione il francese ancora non è riuscito a dare alla squadra un’identità di gioco e, davanti alle difficoltà, manca sempre un “piano B”.

La prima stagione, quella del boom delle 10 vittorie iniziali consecutive cominciata con la voglia matta di cancellare la finale di coppa Italia persa con la Lazio, vide una Roma blindata dietro (con un Benatia monumentale), feroce in mezzo al campo (grazie a un fuoriclasse di nome Strootman) e imprevedibile davanti (merito della sorpresa Gervinho, attaccante dalle caratteristiche tanto particolari quanto indigeste per le difese italiane). La prima Roma di Garcia aveva una spiccata capacità di riconquistare palla in zone di campo molto alte, sfruttando il conseguente cattivo piazzamento degli avversari. Persi Benatia e Strootman, l’anno scorso Garcia aveva puntato su possesso palla e personalità. Pensando di affiancare i guizzi di Iturbe a quelli di Gervinho.

Progetto – culminato in Juve-Roma e Manchester City-Roma – spazzato via dall’1-7 col Bayern, dal decollo mai avvenuto dell’argentino e dall’eclissi totale dell’ivoriano. Il percorso tecnico di Garcia si è interrotto lo scorso gennaio, complice anche una preparazione atletica sballata costata il posto al professor Rongoni (voluto dal francese) sostituito d’imperio da Pallotta con Norman & co. Presidente che, dopo aver sostituito anche lo staff medico, nell’ultimo incontro con la stampa bacchettò Garcia per aver definito la Juventus irraggiungibile e per aver ipotizzato un mercato in cui la Roma per comprare sarebbe stata costretta prima a vendere.

Pallotta, grande assente nella serata di gala col Barcellona, dovrebbe tornare a Roma la prossima settimana (in programma c’è il Cda per approvare il bilancio al 30 giugno) e farà senz’altro il punto della situazione. Eppure Garcia dopo il brutto 1-1 all’esordio col Verona, col 2-1 sulla Juve e l’1-1 col Barça sembrava essere uscito dall’angolo. Ci si è ricacciato domenica per un turn-over insensato e dannoso. Sono tornate a galla anche le perplessità sulle difficoltà dei giovani a farsi largo col francese. Uçan è disperso, mentre Sanabria (doppietta) e Paredes sono andati in gol con le maglie di Sporting Gjon e Empoli.

Ad appesantire l’aria intorno a Garcia (che ieri ha tenuto a rapporto i giocatori mostrando il video con gli errori commessi) le dichiarazioni post-partita («stava meglio che aveva giocato mercoledì, bisogna lavorare di più») che equivale a scaricare il flop su squadra e indirettamente sui preparatori atletici. Intanto gli altri crescono: Mancini sta svezzando un’Inter ambiziosa che si è costruito pezzo per pezzo; Allegri lavora a rimettere in piedi una Juve orfana di Pirlo, Vidal e Tevez e intravede barlumi di luce; Sarri con le cinquine a Bruges e Lazio sembra aver pagato il noviziato e virato su un 4-3-3 più adatto al Napoli.

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