La Repubblica (M. Pinci) – Con il termine “felix”, i latini indicavano qualcosa che ha a che fare con il successo. E con la fortuna. Non sappiamo se José Mourinho conosca così bene il latino, ma certo non è solo come amuleto che ha deciso di puntare su un ragazzo nato in Ghana nel 2003, facendosi addirittura fotografare con lui. Si chiama Felix Afena-Gyan, e a Genova s’è manifestato come quelle comete che all’improvviso compaiono in cielo e illuminano a giorno.
“Gli avevo promesso di comprargli le scarpe da 800 euro se avesse fatto gol, le vado a prendere domattina“, rideva alla fine Mou. Felix era già stato la chiave silenziosa della vittoria a Cagliari, quasi un mese fa, l’ultima romanista. Fino a ieri. Quando ha reso “felix” la Roma con i suoi primi due gol in Serie A, decisivi per battere 2-0 il Genoa.
A 18 anni, 10 mesi e due giorni Felix ha messo la firma sulla rete più giovane di questo campionato, unico 2003 a segnare nel campionato italiano. E se per il primo gol deve ringraziare Mkhitaryan che ha affettato il campo prima di servirgli il matchball, il secondo è una sua produzione esclusiva. Ripagando Mourinho che ha preferito puntare su di lui che su Nicolò Zaniolo, fuori per tutti i 90 minuti: un’esclusione figlia di una rispostaccia all’inizio della settimana che aveva indisposto Mourinho al punto da convincerlo a mandarlo ad allenarsi con i più giovani.
Ma i giovani non sono tutti uguali. La Serie A lo ha scoperto ieri, ma il Ghana avrebbe già fatto esordire Felix in nazionale: adesso, a novembre. A dire no è stato lui, sorprendendo anche la stessa federazione africana: “Ho moltissimo rispetto per la mia nazionale, ma ho ritenuto fosse troppo presto per me, devo crescere“. Dopo il primo gol non ha pensato nemmeno a esultare, ma è scattato verso la panchina, correndo ad abbracciare Mourinho. Che, stretto in quella morsa, ha indicato la testa: “Resta concentrato, adesso” sembrava dirgli, conoscendo lo spirito euforico di questo ragazzino che deve tutto alla mamma: “Il gol lo dedico a mia madre, che è ancora in Ghana. Se sono qui oggi è a lei che devo dire grazie“.