Il Corriere dello Sport – Roma e Lazio sono pronte a tagliare l’ultimo traguardo di una corsa lunga decenni: avere finalmente una casa tutta loro. Per entrambe le società il sogno dello stadio di proprietà sembra ormai a un passo. In casa giallorossa, il progetto Friedkin è ormai in dirittura d’arrivo: entro la fine della prossima settimana il dossier definitivo approderà in Campidoglio.
Dopo lo studio di fattibilità, la conferenza dei servizi preliminare, il riconoscimento del pubblico interesse e il dibattito pubblico, l’iter per l’impianto di Pietralata sta per chiudere l’ultima fase burocratica. Si parla di dieci giorni, non di più. Le previsioni iniziali erano state più volte rimandate: prima si parlava del Natale di Roma, poi dell’estate, poi ancora di settembre. I ritardi sono dipesi soprattutto dai lavori di rimozione della gigantesca lastra di cemento che copriva l’area di un ex autoricambi, ripresi solo il 7 ottobre, e dal lungo stop agli scavi archeologici, fermi dal 16 giugno.
Sul perimetro del cantiere di via degli Aromi campeggia ancora la scritta “fine lavori 10/08/2025”. Ma, come spesso accade in Italia, le scadenze non sono mai perentorie. C’è chi sostiene che senza il completamento degli scavi l’iter non possa andare avanti; la Roma, invece, ribadisce che la consegna del progetto non subirà ritardi. Nell’area sarebbero presenti cave sotterranee e un’antica cisterna, ma il club assicura che nulla potrà compromettere la fattibilità dell’opera. Diversa la posizione dei comitati del “no”, già pronti a difendere le proprie ragioni nelle sedi legali.
Dal punto di vista ambientale, la società ha scelto la via della compensazione: secondo la relazione dell’agronomo Mauro Uniformi, gli alberi abbattuti saranno ripiantati in altre zone, smentendo così le voci di una riduzione del perimetro per preservare la vegetazione al confine dell’area.
Una volta consegnato il progetto, la palla passerà al Comune di Roma, che dovrà verificare il rispetto delle prescrizioni contenute nella delibera di Giunta del 2023. Solo dopo il via libera scatterà la conferenza dei servizi decisoria in Regione. L’ultimo passaggio sarà il bando europeo, necessario poiché il terreno resta di proprietà pubblica. Se dovesse presentarsi un altro investitore con un’offerta più vantaggiosa, la Roma manterrà comunque il diritto di pareggiarla.
L’obiettivo è chiaro e ambizioso: avviare i lavori entro il 2027 per essere pronti, con il nuovo stadio, in tempo per Euro 2032. Una sfida che non riguarda solo il calcio, ma anche il futuro di un’intera città.
