Roma, due colpi mancini

Il Messaggero (U.Trani) – Sarebbe sbagliato definirli tiri mancini: sono gli acquisti che Di Francesco si aspetta da Monchi e quindi nessuno, a cominciare dal nuovo tecnico, sarà preso in contropiede dalle prossime mosse dello spagnolo. L’effetto sorpresa vale insomma solo per il nome e non per il ruolo. Nessun mistero, dunque, basta solo prendere la mira. Il ds deve ingaggiare i titolari che la Roma non ha. La priorità, al momento, è doppia: l’esterno basso a sinistra e quello destro alto a destra. Investimenti, insomma, di primo piano, come lo è stato del resto Karsdorp, essendo ruoli chiave nel 4-3-3 dell’allenatore.

RINFORZI MIRATI – Monchi, per individuare i profili giusti, guarderà al piede. Saranno, di sicuro, due mancini. L’identikit del terzino sinistro, stando anche a quanto detto in pubblico da Di Francesco, è utile per ricordare come il tecnico intende assemblare la nuova rosa. Chiede specialisti e non adattati. Quindi l’esterno basso deve ricevere palla sul piede preferito. Emerson va bene, ma è convalescente e chisssà quando tornerà: di qui l’urgenza di intervenire su quella corsia. Differente il discorso per l’esterno alto. Che, invece, dovrà usare il piede per accentrarsi e cercare la conclusione. Proprio come ha fatto negli ultimi due anni Salah. L’altro mancino, quindi, sbarcherà a destra.

CANDIDATI DI QUALITÀ – L’arrivo di Karsdorp ha sistemato proprio quella fascia (il vice, per ora, è Bruno Peres). Tocca all’altra. Anche perché Mario Rui ha deciso di andar via e ha spinto il Napoli a presentare un’offerta alla Roma: 7.5 milioni più 1,5 di bonus. Monchi tratta, però, dai 10 in su. Il ds, andando incontro alle esigenze di Di Francesco, sembra orientato a portare in ritiro sia Luca Pellegrini che Seck. Il secondo, però, lo darà poi al Chievo: prestito biennale. Il lato, comunque, è scoperto. Così, da qualche giorno, il ds ha intensificato i colloqui per individuare il titolare. Nel suo viaggio a Monaco, ha chiesto informazioni su Bernat, 24 anni, spagnolo che vorrebbe lasciare il Bayern: Ancelotti lo ha utilizzato poco in Bundesliga (solo 16 presenze), dandogli più spazio in Champions (8). Altro indizio: il club bavarese ancora non ha deciso se rinnovargli il contratto (scadenza 30 giugno 2019). Monchi lo segue da quando giocava nel Valencia. Il contatto, confermato dall’agente del giocatore che ovviamente frena, ha chiarito i termini dell’operazione: per prendere il mancino della nazionale di Lopetegui ci vogliono 15 milioni. Poco meno di 20 sono invece quelli necessari per arrivare a un altro spagnolo: Gaya, 22 anni, fluidificante sinistro del Valencia e panchinaro dell’Under 21 di Celades. Se, invece, il Napoli insistesse per offrire Strinic come contropartita tecnica per assicurarsi Mario Rui, allora l’investimento diventerebbe meno oneroso. Il curriculum del croato, 29 anni, non si discute. Per esperienza e personalità acquisite in campo internazionale.

TIRATORI SCELTI – L’eredità lasciata da Salah è ben evidenziata sull’agenda di Monchi: 19 reti stagionali (e 12 assist). Il sostituto dell’egiziano deve essere un esterno e al tempo stesso un finalizzatore. Ecco perché, nella corsa a due, se fosse per il ds sceglierebbe Thauvin e non Berardi. Il mancino del Marsiglia di Garcia ha chiuso l’annata, la sua migliore, contando fino a 15 gol, cioè 5 più dell’attaccante del Sassuolo (10) che, però, ha giocato meno partite (40-25) e la metà le ha segnate in Europa League. Tocca allo spagnolo convincere Di Francesco che, non è una novità, vota per Berardi. Thauvin, tra l’altro, costa quasi la metà dell’azzurro che non si acquista con meno di 40 milioni. Risparmiare per il titolare garantirebbe a Monchi maggior liquidità per prendere anche il vice Dzeko. E magari un altro esterno offensivo: offerto Vilhena, 22 anni, del Feyenoord. Mancino pure lui. Ma da 7 milioni.

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