Corriere dello Sport – Servono difensori di livello, Castan e Dodò non bastano

La Roma di Luis Enrique ha chiuso il campionato al settimo posto, con 54 gol subìti. Solo sei squadre hanno fatto peggio in fase difensiva, comprese le tre retrocesse. Da ieri è ufficiale il ritorno di Zdenek Zeman, che ha riportato entusiasmo nella tifoseria giallorossa, depressa dal deludente campionato appena concluso, il primo della nuova gestione. Ai proprietari americani spetta il compito di allestire per Zeman una squadra competitiva. E non è vero che al boemo i grandi giocatori non siano graditi. E’ merito suo, per esempio, se alla Roma arrivò Montella, che segnò poi i gol decisivi per lo scudetto con Capello.

In questi giorni circolano in chiave mercato soprattutto nomi di attaccanti, pochi di difensori. Ma quella difesa che ha incassato 54 gol e che perderà sicuramente Heinze, titolare con le sue trenta presenze, che ha salutato Cassetti e Cicinho, in scadenza di contratto, ha bisogno di rinforzi di prima fascia. Anche perchè Burdisso tornerà (e come tornerà?) dopo il terribile infortunio. E la posizione di Juan è ancora tutta da discutere, ma il brasiliano – in buone condizioni fisiche – può ancora essere molto utile e diventare quello che è stato Aldair durante il primo Zeman giallorosso. Juan è veloce e tecnico, adatto al gioco del boemo, che vuole difensori capaci di riavviare l’azione. Meno adatto sembra invece Kjaer, che nella sua prima stagioone in giallorosso ha fortemente deluso, lontano dal rendimento dei primi due campionati italiani con la maglia del Palermo. Non bastano Castan e Dodò, due difensori brasiliani in arrivo dal Corinthians.

La Roma ha bisogno di grandi difensori per dare a Zeman la possibilità far tornare a divertire i tifosi giallorossi. A Pescara si è vista la difesa più protetta e meno alta, con uno dei due esterni che spesso restava bloccato in fase di possesso palla. Con gli anni il boemo ha modificato parzialmente il suo modo di giocare, anche se la fase offensiva resta la sua specialità. Alla Roma il gioco cambierà radicalmente da quello proposto da Luis Enrique. Il boemo chiederà più verticalizzazioni sui tre riferimenti in attacco e meno palleggio. Vuole esterni che sappiano spingere. Rosi ha le caratteristiche giuste per trovare spazio. Nella sua Roma di fine Novecento gli esterni Cafu e Candela erano i principali creatori di assist con le loro proieizioni offensive. Trovare due giocatori del loro livello, due campioni del mondo, non è facile.
Corriere dello Sport – Guido D’Ubaldo

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