Roma da alti e bassi, ecco i perché: «Da rivedere l’aspetto mentale»

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Di Francesco domenica ha parlato della incapacità di reagire dei giocatori dopo lo svantaggio. La Roma di questa stagione è una squadra instabile. Aveva cominciato balbettando, aveva raggiunto un periodo d’oro, con la vittoria nel derby e la conquista del primo posto nel girone di Champions. Poi la preoccupante flessione. La lenta risalita, con tre vittorie consecutive, ma oggi il popolo giallorosso si interroga sul rendimento della squadra. Per capire se c’è anche un problema psicologico ne abbiamo parlato con il professor Daniele Popolizio, psicologo, mental coach e psicoterapeuta. Un professionista del settore che dimostra di conoscere bene il tema-Roma: «Ho chiara questa situazione che risale ai tempi di Garcia. Di quei tempi sono rimasti diversi giocatori. Questa è una squadra che non vince da troppo tempo. Anche Monchi lo ha detto appena arrivato». Popolizio in quel periodo è stato vicino alla Roma: «Mi vidi con Sabatini poco prima dell’esonero di Garcia. Dalla fine dello scorso anno seguo Perotti, ora è in ripresa da un piccolo infortunio. Il suo obiettivo è fare bene con la Roma e andare al Mondiale».

QUEL PRIMO POSTO Il mental coach prosegue l’analisi della “malata” Roma: «La memoria storica di un gruppo che non va nei momenti chiave è importante. Di Francesco è stato uno dei migliori esordienti sulla panchina della Roma. Poi i risultati lo hanno portato un po’ oltre. Mi aspettavo quel crollo. Se arrivi primo in quel girone di Champions ti cambia tutto. Questo ha creato inconsciamente un po’ di appagamento da parte dei giocatori, ma si è innescato un altro meccanismo che porta al braccino del tennista. Da una parte la squadra è appagata, dall’altra non regge l’urto di nuove aspettative che si creano. Si vede che c’è qualcosa che non funziona perché l’allenatore si arrabbia molto. Oggi la parte scientificamente è fondamentale, da questo punto di vista il calcio è ancora molto indietro». Popolizio individua alcune soluzioni: «La squadra è entrata in questo vortice. Per uscirne non bisogna fare tanti cambiamenti in ogni partita. Per quanto mi riguarda la Roma non ha tanta benzina, ma corre male e questo è un sintomo psicologico. Quando le squadre non vanno si corre male». Altro aspetto fondamentale è la gestione degli uomini: «Bisogna fare riposare Dzeko per aiutarlo a sbloccarsi. La squadra appena va sotto perde lucidità, il Napoli ha corretto il modo di perdere, la Roma non riesce a farlo. Ha un sistema perdente che deve trasformare in vincente lavorando sulla testa. E manca un vero condottiero».

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