Gazzetta dello Sport – Roma, ballottaggio da Coppa America

Simplicio rilanciato e messo da parte. Gago messo da parte e rilanciato (nel derby). Pizarro a lungo in naftalina, per poi essere utilizzato come anestetico nelle situazioni di sofferenza. Considerando l’imprescindibilità di Daniele De Rossi nel modulo di Luis Enrique e l’alto gradimento dello spagnolo per Pjanic, sono loro tre a giocarsi l’ultimo posto nel terzetto di centrocampo della Roma. Pjanic, infatti, con il Palermo dovrebbe giostrare ancora da trequartista (a meno della sorpresona Lamela), lasciando il suo posto a Perrotta. Per il terzo posto, sarà un derby tutto sudamericano, tra Argentina, Brasile e Cile.

Polivalente
Sabatini, in chiusura di mercato, disse che «la Roma era alla ricerca di un centrocampista polivalente, che sapesse giocare mediano, impostare e anche agire da mezz’ala». Dopo queste parole, arrivarono Gago e Pjanic. «Un buon giocatore il primo, ottimo il secondo — disse all’epoca Giuseppe Giannini —. L’argentino credo sia uno in più, nei tre in mezzo vedo ancora De Rossi, Pjanic e uno tra Perrotta e Pizarro. Sovraffollamento? Sì, possibile che qualcuno vada via a gennaio». Alla riapertura del mercato, però, mancano più di due mesi. Nel frattempo balla quel terzo posto. Ma chi se lo merita di più?

Con il pittore
Fernando Gago, soprannominato el pintita (dal nomignolo del padre, el pinta, e cioè il pittore, ndr), nelle prime tre gare aveva giocato solo spezzoni, per poi finire fuori con Parma e Atalanta e vivere la sua prima da titolare nel derby «Per me ha giocato una buonissima partita», ha detto ieri il d.s. Sabatini. Gago, invece, il giorno della presentazione disse: «Con De Rossi si può coesistere, a centrocampo posso fare tutti i ruoli. Con l’Argentina ho giocato sia più avanti, sia davanti alla difesa». L’impressione, però, è che Gago sia un altro Redondo, un organizzatore di gioco, perfetto come vertice basso di centrocampo. Luis Enrique a volte ci ha pensato a farlo giocare lì, la mossa tra l’altro permetterebbe di spostare De Rossi come intermedio e sfruttarlo di più in fase realizzativa (e come inserimenti).

Con Arnold
Fabio Simplicio, invece, nasce come trequartista e si plasma da mezz’ala. In questa Roma può fare solo uno dei due intermedi, offrendo qualità negli inserimenti da dietro e sapendo giocare bene l’uno-due con la punta centrale. Ha giocato a sorpresa con l’Atalanta, dopo i 16 minuti finali di Parma. Con la Lazio, però, è tornato subito fuori da tutto e cioè in tribuna. Dei tre, sembra francamente il meno utile al progetto e non è un caso che la Roma abbia provato a piazzarlo in estate. Ora che gli è rimasto in casa, cerca di non «perderlo» e di sfruttarne al massimo le capacità.

Con il Pek
Pizarro, invece, è forse l’uomo che garantisce meglio di tutti equilibri e possesso palla, a patto che sia in forma ed in perfetta forma fisica. Sa «congelare» il pallone, ha ritmo e visione di gioco, non a caso era l’ago della bilancia della Roma spallettiana. In campo per 62 minuti con l’Inter e un tempo con il Siena, si è limitato a fare da comparsa con Atalanta e Lazio (in quest’ultimo caso, addirittura schierato nel finale come esterno di centrocampo nella linea a 4, con la Roma in inferiorità numerica). Il derby di Coppa America è partito. Almeno fino a gennaio, sarà una bella corsa a tre. E chissà che in questo ballo non c’entri dentro anche Lamela…
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

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