La Roma raggiunge due volte il City poi cade sul ‘cucchiaio’

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Il Corriere della Sera (G. Piacentini) – Dopo quello con il Real Madrid, trasformato in vittoria ai calci di rigore, per la Roma è arrivato un altro pareggio (2-2) contro il Manchester City, nella seconda giornata dell’International Champions Cup. Stavolta però dagli 11 metri non è andata bene ai giallorossi, che pure dopo l’errore di Kolarov avevano avuto il match ball nei piedi di Doumbia: ma l’ivoriano, con un «cucchiaino» parato agevolmente da Hart, ha dato ragione a tutti quelli che lo vorrebbero vedere il più presto possibile lontano da Trigoria. Dopo di lui è toccato a Keita sbagliare, e a regalare al City la vittoria. Rispetto alla gara col Real, si è giocato a ritmi più alti, e con motivazioni quasi da partita vera. Pellegrini ha tenuto in panchina per 90 minuti Dzeko e Jovetic — il primo dopo essersi promesso ai giallorossi è in attesa che la Roma trovi l’accordo col City mentre il secondo è in trattativa con l’Inter — ma ha fatto giocare dall’inizio Sterling, mister 68 milioni. L’inglese di origini giamaicane ci ha messo tre minuti a realizzare il suo primo gol da giocatore del Manchester, bruciando la difesa romanista, ancora non registrata al meglio. Da apprezzare la reazione della Roma, che ha recuperato una prima volta con un gran tiro da fuori di Pjanic e poi, dopo il secondo gol inglese realizzato da Iheanacho (altro regalo di Cole), con uno altrettanto bello di Ljajic su punizione nel finale.

Dall’esperienza australiana Rudi Garcia esce con maggiori certezze, sia in positivo sia in negativo: di buono c’è che la Roma ha dimostrato di tenere il campo contro formazioni molto più attrezzate di lei, e questo in chiave Champions (dove i giallorossi capiteranno di nuovo in un girone di ferro) è un segnale positivo. «È stata una prova di forza dal punto di vista mentale» il commento del tecnico francese, che con la stessa onestà ha sottolineato anche le lacune della sua rosa. «Cerchiamo tre giocatori in tre ruoli precisi». Un centravanti, un esterno offensivo e un terzino sinistro: ora la palla passa a Walter Sabatini.

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