Corriere dello Sport – La Roma fuori dall’Europa

E’ finita. Nella notte in cui Vucinic e Borriello festeggiano lo scudetto, in cui Stramaccioni vince il derby, non c’è più nemmeno la speranza a sorreggere gli obiettivi della Roma. Luis Enrique è fuori dall’Europa con una giornata d’anticipo, quindici anni dopo l’ultima esclusione dalle coppe. Un flop colossale. Ma siccome la discesa non conosce confini, la posizione di classifica può ancora peggiorare. Perché la Roma è stata agganciata dal Parma al settimo posto, che ora difende grazie ai confronti diretti: per non farsi scavalcare, deve vincere domenica in casa del Cesena […] E’ una chiusura di stagione avvilente.

BILANCIO – Non è la più brutta Roma di sempre ma nell’epoca dei tre punti per vittoria i risultati di Luis Enrique hanno grattato il fondo del pozzo. Soltanto due volte, tra il 1993/94 e oggi, la Roma ha chiuso il campionato a una media-punti inferiore: nel 1996/97, l’ultimo che non ha qualificato la squadra a una coppa europea, e nel 2004/05, quando un gol di Cassano alla penultima giornata ha scongiurato la retrocessione. In tutti e due i casi, però, si trattava di organici allo sbando, che sarebbero stati ristrutturati l’estate successiva. Non si era certo all’inizio di un percorso. E in tutti e due i casi, l’allenatore cambiò in corso d’opera: nel 1996/97 si passò da Carlos Bianchi alla coppia Sella-Liedholm; nel 2004/05 furono addirittura in cinque a sedersi sulla panchina della Roma.

MENO DIECI – Stavolta invece la società ha sostenuto dal primo all’ultimo giorno la scelta dell’allenatore. Tanto che adesso è Luis Enrique a tenere i dirigenti in sospeso. Il bilancio dell’esperimento culturale e tattico è finora disastroso: oltre ad aver perso 14 partite in campionato, una in meno della stagione del record negativo del 2004/05, la squadra è stata eliminata immediatamente dall’Europa e non è mai entrata in corsa per la Coppa Italia. […] Nello scorso campionato la Roma fece dieci punti in più e arrivò sesta al termine di una stagione considerata terribile, tra le dimissioni di Ranieri e gli aggiustamenti di Montella. Niente di grave, rispetto alla delusione attuale.

IL MERCATO – “Non avevamo obiettivi, non ci eravamo imposti di centrare la Champions League al primo colpo” ripetono Baldini e Luis Enrique, che in questo senso sono stati confortati dai segnali arrivati dalla proprietà (cordata Usa più Unicredit). Ma c’è un’aggravante. L’estate scorsa, nell’opera di rifondazione, il saldo della campagna acquisti è stato negativo per oltre 40 milioni. E’ probabile (e auspicabile) che la squadra sia stata costruita con lungimiranza, per durare nel tempo. Ma sicuramente nel breve periodo non era prevedibile un campionato punto a punto con Parma, Bologna e Atalanta. Questo, negli ultimi trent’anni, non è mai stato il livello della Roma.

Corriere dello Sport – Roberto Maida

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