Il Messaggero – Tre punti e a capo

La Roma saluta Luis Enrique con una vittoria, la seconda in trasferta del 2012. Il 3 a 2 sul sintetico del Manuzzi e contro il Cesena già retrocesso serve per la certezza del settimo posto in classifica. I giallorossi sono, dopo 15 anni, fuori dall’Europa, anche se si aspettano notizie dalla Procura federale su Scommettopoli che può stravolgere la classifica della serie A, con le penalizzazioni, a campionato ormai finito. E’ il pomeriggio dell’addio del tecnico di Gjion, ma è probabile che anche diversi giocatori non vestiranno questa maglia l’anno prossimo. Di quelli visti qui di sicuro Heinze, Cassetti, Josè Angel e Gago. In bilico Kjaer, Marquinho e addirittura Osvaldo, il miglior marcatore con 11 reti.

In attesa del ritorno a Trigoria di Montella, Luis Enrique se ne va, in un pomeriggio di grande malinconia, con un successo, interrompendo un digiuno di cinque gare di fila. Per seguire fino in fondo l’input della società, manda in campo i più giovani, quei giocatori di prospettiva che dovranno caratterizzare anche la Roma che verrà. Davanti spazio, accanto a Totti, a Bojan e Lamela, con Osvaldo in panchina nel pomeriggio in cui Prandelli lo esclude dal listone dei 32 convocati che prepareranno l’Europeo a Coverciano. Anche Borini sta fuori: l’attaccante, da qualche settimana, è poco brillante, ma almeno il cittì azzurro non lo ignora. Dietro scelte obbligate, con Kjaer e Heinze in mezzo a Rosi e Josè Angel, gli unici terzini a disposizione, anche perchè Marquinho torna a centrocampo, a sinistra di De Rossi che, alla sua destra, conta su Pjanic.

L’inizio è la fotografia della stagione. Gol regalato al Cesena che sorprende i giallorossi in contropiede. Semplice, ma ancora una volta fatale. Santana scherza a sinistra con Kjaer, si presenta in area e quasi dal fondo chiama al tiro Del Nero. Quasi un rigore in corsa. Sinistro e 1 a 0 al nono. Ma Bojan, vivace e concreto, trova la sponda sempre lucida di Totti e spinge la Roma verso la rimonta. In cinque minuti il sorpasso. Il capitano apre a destra per Lamela, pennellata dalla destra e colpo di testa, in tuffo, dello spagnolo per il pari, 1 a 1 al ventisettesimo. I tre attaccanti si dedicano anche alla confezione della seconda rete. Bojan conquista il pallone al limite e serve Totti che, di tacco, acchitta il pallone a Lamela: sinistro a giro da fuori area e 2 a 1. Il 4-5-1 di Beretta è fragile. In mezzo al campo Parolo e Guana non sono abbastanza robusti e davanti il francese Rennella è troppo solo e soprattutto statico. Bojan, prima dell’intervallo, sta per concedere il bis: destro da fuori che si abbassa solo all’ultimo, ma finisce alto.

Nella ripresa, al posto di Kjaer, si rivedere Cassetti, da centrale con nella prima della stagione a Bratislava: per il difensore è l’ultima presenza, dopo sei stagioni in giallorosso. Totti si dedica agli altri più che a se stesso. Imbuca a sinistra per Bojan che invece di concludere chiama al cross Marquinho: tocco leggero in area e De Rossi, anche lui di testa in tuffo, firma il 3 a 1 al quarto. Spazio anche a Perrotta e Greco, in campo rispettivamente per Marquinho e Pjanic. Totti, proprio a Cesena dove non ha mai fatto centro, cerca il gol numero 216 in serie A, per diventare terzo, con Altafini e Meazza, nella classifica marcatori all-time di serie A, ma Ravaglia para solo le sue conclusioni. Il capitano, prima del gol di Santana per il definitivo 3 a 2, offre ancora un pallone d’oro a Bojan, di nuovo in volo di testa per la parata spettacolare di Ravaglia, dando appuntamento alla prossima stagione. Lui ci sarà ancora, tanti suoi compagni no.
Il Messaggero – Ugo Trani 

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