Roma, c’è solo Florenzi

Il Messaggero (U.Trani) – Di Francesco, in meno di due settimane, ha perso 5 giocatori per infortuni muscolari: Karsdorp, Schick, Moreno, Perotti e Defrel. E, alla fine del mini ciclo di 6 partite che si concluderà domenica a San Siro, la Roma si ritrova in piena emergenza. Nessuno di loro sarà disponibile per lo scontro diretto con il Milan e, a parte il giovane Under, è rimasto solo Florenzi, non ancora al top, da schierare nel tridente. La questione è ovviamente delicata e la società giallorossa deve prenderla di petto quanto prima, magari approfittando della sosta per le gare delle nazionali, anche perché le partite, alla ripresa del campionato, saranno più impegnative delle ultime 4, vinte permettendosi l’ampio turnover con 5 cambi a match.

SITUAZIONE ALLARMANTE – Proprio il Milan, con una decisione inaspettata e sorprendente, ha appena esonerato il preparatore storico di Montella: sollevato Marra, dopo 11 partite stagionali (6 di campionato e 5 di Europa League). Scelta che, nel mondo del calcio, è sembrata affrettata e anche pericolosa. La virata improvvisa della società rossonera non va certo presa come esempio. E, per essere ancora più chiari, nessuno a Trigoria sta cercando il colpevole di quanto è accaduto dal 20 agosto, prima giornata del nuovo torneo e primo stop muscolare: subito ko Peres. Ma da quel giorno si sono fermati in 8 e gli infortuni sono stati 9, con Schick che ha concesso il bis, essendo arrivato a fine mercato e «avendo fatto solo cinque allenamenti con la Sampdoria», come ha ricordato Eusebio. Gli altri 6 sono Nura, Karsdorp, Nainggolan, Moreno, Perotti e Defrel, gli ultimi due caduti durante la missione in Azerbaigian. Adesso Monchi dovrà studiare con Di Francesco e i preparatori Vizoco, Norman e Lippie come intervenire nelle prossime settimane. «Quando si fanno determinati viaggi e ci sono dimezzo carichi di lavoro e partite, il rischio di farsi male c’è, inutile negarlo» ha sottolineato il tecnico dopo la gara di Baku.

POCA PREVENZIONE – Ma il riferimento non è solo alla trasferta in Champions. La Roma, proprio nell’anno in cui ha cambiato guida, non si è allenata con regolarità: prima fase del ritiro, appena 6 giorni a Pinzolo, con giocatori che poi, in larga maggioranza, non sono entrati a far parte della rosa; tournée negli Usa di due settimane, alla quale hanno partecipato i nazionali, e 3 match; prima di Ferragosto blitz in Spagna e altri 2 incontri. Più aerei che allenamenti. Vizoco, collaboratore di Eusebio già al Sassuolo, il 9 luglio a Pinzolo, a margine della presentazione del nuovo staff, era stato chiaro: «Andare in America fa cambiare il lavoro. Da preparatore atletico ammetto che sarebbe meglio non partire, restando qui. Ora, essendo alla Roma, dico che va benissimo. Ci aspettano incontri impegnativi, serve quindi programmazione». Il nuovo metodo, magari più robusto, potrebbe aver sorpreso i giocatori. Un dato conferma che i giallorossi ancora non sono al 100 per 100: 11 dei 14 gol sono stati realizzati nel primo tempo (solo 1 subìto prima dell’intervallo, su 5 incassati in 7 partite, mercoledì a Baku).

GRUPPO STORICO – E, dopo il viaggio in Azerbaigian, gli interpreti sono davvero contati (domenica la Roma, per dieci-undicesimi, potrebbe essere quella dell’anno scorso: Kolarov l’unica novità). Decimato soprattutto l’attacco. Senza Schick, Defrel e Perotti, avanza Florenzi a destra, accanto a Dzeko ed El Shaarawy. Proprio contro Montella, l’allenatore che lo fece esordire in A il 22 maggio del 2011, al posto di Totti contro la Sampdoria. E a San Siro, dove il 2 settembre del 2012 con Zeman in panchina e da mezzala sinistra, segnò la sua prima rete in campionato (all’Inter, però). Di testa, su assist del Capitano.

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