Roma, c’è Schick per innamorarsi: “Adesso è pronto”

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – L’impressione è a senso unico: dopo quattro mesi di languori e speranze, la Roma ha voglia di innamorarsi. Che questo possa accadere a Verona, nella città di Giulietta e Romeo, forse è un segno del destino. Quel destino da predestinato che accompagna Patrick Schick fin dal giorno che ha messo piede nella Capitale, accompagnato dalla ingombrante etichetta di essere l’acquisto più costoso della storia giallorossa (42 milioni circa). I cambi valutari e i costi storici, ovviamente, li lasciamo ai ragionieri (peraltro utilissimi). A noi importa l’impatto emozionale, quello che l’esordio da titolare dell’ex attaccante della Sampdoria può dare ai giallorossi e forse a tutto il campionato, anche se per Eusebio Di Francesco la partita prandiale col Chievo non è affatto da sottovalutare.

LUI E DZEKO – «Patrik è pronto per giocare dal primo minuto ed è una notizia – dice l’allenatore –. Sto valutando la possibilità di farlo giocare dall’inizio, non so in che ruolo». Decrittato, il posto da titolare dovrebbe essere sicuro – il ballottaggio è con Gerson, visto che Perotti è acciaccato così come Florenzi – ma c’è una teorica possibilità che il ceco possa prendere il posto di Dzeko, anche se poi Di Francesco spiega: «Non c’è il pensiero di dover fare per forza la turnazione. Cinque giorni ti permettono di recuperare meglio». Proprio così. Perciò Schick si dovrà calare il più in fretta possibile nel ruolo di esterno destro atipico, cioè pronto ad accentrarsi per andare a calpestare le zolle subito dietro (o davanti) quelle occupate da Dzeko, per far nascere una convivenza potenzialmente devastante. Come dire, visto che anche lo stesso d.s. Monchi due giorni fa ha sottolineato l’importanza della gara di oggi, probabile che i giallorossi scendano in campo nella veste migliore, fatto salvo lo squalificato De Rossi. «Dopo una qualificazione così importante come quella agli ottavi di Champions, viene una partita delicata, una trasferta complicata. Il Chievo è ostico e lo sa anche il Napoli (che a Verona ha pareggiato 0-0, ndr). Mi aspetto una partita difficilissima, dobbiamo dare una risposta importante e tornare a vincere. È una tappa importante. Col Chievo dobbiamo confermare quanto di buono fatto fino ad ora. Siamo sulla strada giusta ma non dobbiamo fermarci. La nostra crescita passa anche dal fatto che i miei calciatori si sentano tutti importanti».

POMPIERE DIFRA – Ecco, nonostante la Champions abbia restituito una Roma galvanizzata al campionato, per se stesso l’allenatore sceglie un aggettivo: «Cauto». Con questa motivazione: «Chi è che non vorrebbe vincere qualcosa di importante? Per questo è ancora presto, dobbiamo migliorare in tanti aspetti. Se fossimo primi come l’Inter potremmo parlare in maniera diversa, ma noi siamo dietro. L’anno scorso la Roma ha rincorso tanto in un campionato strepitoso che ha portato un ottimo secondo posto, ma non si è vinto niente alla fine. Sono giustamente cauto perché credo che questo ambiente abbia bisogno più di un pompiere che di un Grisù (il draghetto dei cartoons, ndr)».

IDEA KOVAVIC? – I titoli di coda sono sul feeling straordinario che si sta cementando con Monchi: «Mi piace il suo modo di fare, la sua presenza e il fatto di voler tastare ogni giorno le mie impressioni e vivere nello spogliatoio. Ha una conoscenza dei giocatori impressionante. Noi due ragioniamo sempre sulle qualità di certi giocatori; per questo sceglieremo sempre giocatori che piacciono a entrambi». E chissà che fra questi ci sia l’ex interista Mateo Kovacic che da Madrid dicono immalinconita dalla troppa panchina nel Real. Se son rose fioriranno, ma oggi a Verona la Roma aspetta solo di innamorarsi di Schick.

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