Roma, brutto passo indietro

La prima sconfitta stagionale fa chiarezza sulla Roma. Che, messa alle corde dall’inizio del match, è finita ko contro l’Atalanta (0-2) nello scontro diretto per il quarto posto. Gasperini vince la sfida con Fonseca e indirettamente spiega al collega come mai è rimasto a Bergamo, rinunciando a trasferirsi nella Capitale. La sua squadra, ora terza (sorpassato pure il Napoli), è collaudata. Organizzata in campo e abbondante nella rosa. Tattica e qualità insomma. I giallorossi, invece, sono ancora in rodaggio. Il lavoro a Trigoria è appena cominciato. Fonseca piace più alla portoghese che all’italiana. E, ammettendo a fine gara ammette che la Roma non ha mai visto il pallone, conferma il suo harakiri. È andato contromano, cioè ha rinnegato il suo stile propositivo. Sparito il coraggio, rimane la paura. Tant’è vero che per la prima volta, in sei partite, rimane a digiuno: niente gol e nemmeno punti. In partenza il 4-2-3-1. Ma più prudente del solito. Si capisce dagli interpreti chiamati in causa e da quelli esclusi: entrano, dopo il successo di Bologna, il debuttante Smalling, Spinazzola e Zaniolo, fuori lo squalificato Mancini, Kluivert e Mkhitaryan. Florenzi, con Spinazzola terzino alle sue spalle, fa l’esterno alto a destra, Zaniolo va a sinistra. Non gli basta e, dopo dieci minuti, interviene direttamente sul sistema di gioco. Difesa a tre: Fazio, Smalling e Kolarov. In più Florenzi si abbassa a destra e Spinazzola, passato a sinistra, allunga la linea arretrata. La modifica, provata alla vigilia, è su misura per l’Atalanta, qui con il 3-4-2-1. E la usò pure in Champions, dieci mesi fa (27 novembre 2018), per vincere con lo Shakhtar Donetsk in casa dell’Hoffenheim (2-3). Lo riporta Il Messaggero.

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