Roma, avanti a oltranza

La trattativa Pallotta-Friedkin è ripartita. La conferma arriva sia oltreoceano che dagli uffici di Viale Tolstoj. Dichiarazioni ottimistiche di un legale del gruppo del magnate texano sul felice esito del negoziato: «Suppongo che raggiungeremo l’accordo finale prima del nuovo anno, noi siamo fiduciosi che questo accada».E dal quartier generale giallorosso avvalorano l’indiscrezione, precisando come i contatti siano ripresi in modo serrato. La volontà è chiudere a breve, preferibilmente entro il 31 dicembre. È chiaro che dopo la frenata delle scorse settimane, in queste ore si preferisce mantenere la massima cautela sulla vicenda. Le due diligence sono ormai state completate e ora Dan Friedkin, fermatosi 8 giorni (dal 13 al 20) nella Capitale con la moglie Debra e il figlio Ryan, ha rotto gli indugi, decidendo di prendersi la Roma. Non aspettando più l’annoso epilogo sulla vicenda stadio, ma desideroso di chiudere la partita quanto prima. Proprio sul tema del nuovo impianto da costruire a Tor di Valle s’è incentrato il braccio di ferro tra Pallotta e il tycoon texano. L’imprenditore bostoniano, sin dall’inizio, ha inteso valutare il progetto come se avesse già ricevuto l’ok per la costruzione. Di diverso avviso Friedkin e chi lo rappresenta, disposti a riconoscere all’asset soltanto il valore degli 80 milioni spesi sinora. E questa divergenza di vedute ha avuto ripercussioni inevitabilmente anche sulla differente valutazione del pacchetto di maggioranza. Friedkin ha offerto 750 milioni, dai quali vanno defalcati i 272 milioni di debiti e i 150 della ricapitalizzazione già approvata (di cui 50 da versare entro la fine dell’anno, rappresentando il sostegno finanziario di cui ha bisogno la società giallorossa per la gestione della squadra). Lo riporta Il Messaggero.

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