Roma a Napoli un romanzone tra infortuni e gol a sorpresa

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – C’era una volta il derby del Sole, Napoli-Roma. C’era una volta una partita in cui i tifosi potevano andare tranquillamente allo stadio insieme, perché le due squadre che rappresentavano il contropotere del Sud (calcistico) nei confronti del Nord, erano gemellate. C’era una volta, e ora non c’è più. Perché il gemellaggio si ruppe all’Olimpico in una giornata d’ottobre del 1987 (Bagni che fece il gesto dell’ombrello alla Curva Sud) e da quel giorno è stata una escalation fino ai giorni nostri, con la morte di Ciro Esposito che ha rappresentato il punto di non ritorno, contribuendo a caricare di ulteriori significati una partita che, negli ultimi anni, è tornata a valere per la classifica.

POCHE GIOIE – Non sempre è stato così, anzi, le volte che Napoli e Roma si sono affrontate con la speranza di poter dire la loro in chiave scudetto non sono molte. Era così negli Anni 80: la Roma di Viola contro il Napoli di Maradona, che non ha mai fatto mistero di aver provato in tutti i modi a prendere Bruno Conti, senza fortuna. Storie di 30 anni fa, quelle più recenti sono quelle del 2001, anno del terzo scudetto giallorosso: alla penultima giornata, era il 10 giugno, alla Roma serviva una vittoria per laurearsi campioni d’Italia, al Napoli tre punti per sperare di salvarsi. Finì 2-2 e fu netta la sensazione che il gol di Pecchia a 10’ minuti dalla fine evitò complicazioni ai 10 mila tifosi romanisti chiusi nella gabbia del San Paolo, ma non la retrocessione alla sua squadra.

RUDI E STROOTMAN – Chi dello stadio napoletano non ha bei ricordi è Rudi Garcia, che non solo non ha mai vinto, ma nei 3 precedenti non ha mai visto la Roma segnare: 3-0, 1-0 e 2-0 la sequenza di risultati per il francese, che al San Paolo ha perso anche Strootman (9 marzo 2014), che lì subì il primo gravissimo infortunio ed è uscito dal campo tra i fischi del pubblico napoletano, che non aveva dimenticato il presunto sputo rivolto dall’olandese alla curva nel match di un mese prima in campionato. Più in generale, la Roma al San Paolo è reduce da 4 sconfitte consecutive perché a quelle con Garcia in panchina va aggiunta quella rimediata nella stagione 2012-13.

DA FUFFO A SIMPLICIO – L’ultima gioia romanista è datata 18 dicembre 2011, sulla panchina romanista c’era Luis Enrique: finì 1-3 e protagonista involontario del match fu Morgan De Sanctis, che buttò dentro la propria porta un tiro cross di Lamela, prima delle reti di Osvaldo e Simplicio. Oggi De Sanctis gioca proprio nella Roma, di Osvaldo e Simplicio si sono perse le tracce. Luis Enrique è tornato a Barcellona, per vincere tutto. Sono solo quattro anni, ma sembra passato un secolo. Invece (quasi) un secolo è passato dal primo Napoli-Roma della storia: 13 aprile 1930, gol di Vojak per pareggiare — con una punizione da 30 metri — la rete di Fuffo Bernardini.

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