Rivolta grillina sullo stadio. Ma Grillo si schiera con Raggi

La Stampa (F.Capurso) – Beppe Grillo punta il silenziatore sul malumore che serpeggia nel Movimento capitolino. È il nuovo stadio della Roma ad agitare i pensieri del comico genovese, che sottotraccia spinge da tempo per l’accordo con i costruttori e la società americana. E ora, all’improvviso, si trova una fronda sempre più numerosa di attivisti, consiglieri e parlamentari grillini contrari al progetto. Il dissenso si è esteso negli ultimi giorni a tutti i livelli del M5S, lasciando da sola Virginia Raggi, stretta tra due fuochi. Da una parte le pressioni da Genova per dire di sì allo stadio, dall’altra le proteste di larga parte della base. Anche per questo, lunedì Grillo sarà a Roma, nel tentativo di imprimere una linea chiara sullo stadio e rinnovare l’appoggio alla sindaca. E a confermare l’isolamento mediatico di Raggi, arriva il flash mob organizzato dai meet up grillini romani sotto il Campidoglio, in sostegno di Raggi, con lo slogan: «Virginia, non sei sola». Un messaggio di cui – se la sindaca non fosse isolata – non si sentirebbe certo il bisogno. Sedare il malcontento interno è il primo obiettivo e Grillo dovrà farlo in prima persona, visti gli scarsi risultati dei diktat lanciati con il consueto (e ormai temuto) «post scriptum» sul Blog. I primi nel mirino del leader sono stati gli attivisti romani, che per martedì hanno organizzato una manifestazione sotto il Campidoglio per dire no allo stadio. «Delle questioni legate alle amministrazioni M5S possono parlare solo gli eletti», ha tuonato Grillo dal suo pc. Ma l’altolà digitale non sortisce gli effetti sperati.

Gli attivisti anti-stadio proseguono sulla loro strada, mentre gli eletti, che prima non si erano esposti, iniziano a parlare. La presa di posizione più forte è della deputata romana Roberta Lombardi: «Questo progetto dello stadio è sbagliato», confida ai suoi a Montecitorio, «anche perché rischiamo di perdere una grossa fetta di consenso». Poi, affida a Facebook le sue riflessioni. Il progetto è «una grande colata di cemento», scrive Lombardi. «Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità». La risposta arriva a stretto giro dal blog, con un “post-post scriptum” d’ammonimento: «Sullo stadio della Roma decidono la giunta e i consiglieri capitolini, i parlamentari pensino al loro lavoro». Un tentativo di censura a matrioska che non ferma però l’emorragia di voci critiche. «Non permetterò di fare lo stadio in questo modo. Piuttosto mi faccio esplodere», minaccia allora il consigliere regionale Gianluca Perilli. E l’avversione allo stadio dei Cinque stelle in Regione trova sponda anche nel cuore del Movimento romano, tra gli stessi consiglieri di maggioranza di Raggi. Almeno dieci di loro sarebbero contrari al progetto. «Metterci contro la nostra base è rischioso», si dicono. «Passiamo per quelli che fanno i favori ai palazzinari». Grillo dovrà rassicurare Raggi e la base per tentare di ricompattare il Movimento romano intorno allo stadio. Purché non preferisca proseguire sulla strada percorsa finora, tentando di zittire le voci critiche. Talvolta, però, le cose si rompono senza fare rumore.

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