Rivincita Maicon: «Sono ancora utile. Scudetto? Strada giusta, ma è lunga»

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Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – Dalla gara di Coppa Italia del 3 febbraio scorso contro la Fiorentina fino a ieri sera aveva collezionato solamente 154 minuti, quelli giocati sempre all’Olimpico contro Sassuolo (64) e Carpi (90). Non erano in pochi a chiedersi che fine avesse fatto Maicon, e lo stesso Rudi Garcia aveva spiegato che alla base della sua scelta di non farlo giocare più titolare c’era solo una motivazione tecnica.

Contro l’Udinese il terzino brasiliano ha dimostrato che può essere ancora utile (molto utile) alla causa giallorossa: ha letteralmente asfaltato il suo avversario diretto, Pasquale, ha attaccato e coperto come ai vecchi tempi, ma non solo. Dopo quattro minuti ha disegnato un assist perfetto per il primo gol di Pjanic e poi si è preso la soddisfazione di andare a segno – tredicesimo marcatore diverso della rosa, compresa la Champions – al termine di una delle tante discese, sulla fascia destra. Lo ha fatto con la rabbia del campione ferito, e la sua corsa liberatoria dopo il gol con il dito davanti alla bocca per zittire i tanti critici («Non ce l’avevo con nessun in particolare, anzi ce l’avevo col mio procuratore che mi sta chiamando troppo», ha glissato sorridendo a fine partita) è la dimostrazione di come abbia vissuto male questo periodo da comprimario.

La fascia da capitano che gli ha lasciato in eredità Florenzi quando quest’ultimo ha lasciato il campo nel finale, è stato il giusto premio in una serata da ricordare. «Durante questo mese in cui sono rimasto fuori – le parole del brasiliano – ho pensato solamente a lavorare. Mi allenavo tutti i giorni, con l’Udinese il mister ha avuto bisogno di me e spero di aver dato una mano alla squadra. Sono a disposizione, se Garcia mi farà giocare contro l’Inter andrò in campo per fare il mio dovere. Ultimamente stiamo facendo bene, quando giochiamo così tante partite è normale un po’ di stanchezza, per questo nel secondo tempo abbiamo gestito la fatica. L’importante era riprendersi la testa della classifica e ci siamo riusciti. Lo scudetto? La strada è quella giusta ma è ancora lunga». Così come quella per arrivare al 70% delle presenze totali della squadra, soglia minima per attivare la clausola che garantirebbe il rinnovo automatico del contratto.

Non c’erano invece dubbi sull’apporto di Miralem Pjanic, che come a Palermo ha avuto il merito di segnare dopo pochi minuti e di mettere in discesa la gara per i giallorossi. Per il bosniaco si è trattato del quinto gol stagionale, il quarto nelle ultime cinque partite (compreso quello di Leverkusen in Champions), il secondo su azione. «È comunque una bella sensazione – le sue parole per me è importante segnare ma è ancora più importante che la squadra vinca, e io cerco di fare sempre il massimo. Affrontiamo ogni partita alla stessa maniera, e lo abbiamo dimostrato più volte».

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