Ritardi, liti, trattative: dal 2012 progetto senza pace

Corriere Dello Sport (M.Evangelisti) – Oggi alle 10 si riunisce per la quinta volta la conferenza dei servizi. La quinta e ultima, nelle intenzioni della Regione Lazio che ne ha la competenza giurisdizionale. Questa seduta dev’essere «decisoria», hanno scritto sul sito ufficiale. O sì o no. Meglio: o sì oppure un niente che equivale a un no, perché la conferenza non può proibire un bel niente, semplicemente può non dare il permesso di costruire. Ovviamente le due cose si equivalgono. Poi però il Comune aveva chiesto altro tempo, garantendo che era pronta la delibera di variante al piano regolatore necessaria. In privato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, si era detto disponibile. E poi la lettera di ieri, pesante da spaccare qualsiasi tavolo. Corre davvero il rischio di tramontare in questo modo un progetto, anzi, un sogno che la Roma coltiva da cinque anni e mezzo. Da quando la cordata americana, con James Pallotta ancora nell’ombra, ha acquistato il club. 2012-13. Il viaggio è stato lungo. Nel febbraio 2012 gli specialisti consultati scelgono la zona di Tor di Valle. Perché il costruttore incaricato Luca Parnasi sta acquistando quel terreno ma anche per varie ragioni logistiche. Sembra una zona vergine da sviluppare. Nel gennaio 2013 il compito di disegnare l’impianto viene assegnato all’architetto statunitense Dan Meis, specializzato in opere sportive. Viene fuori una sorta di Colosseo destrutturato che non piace a tutti ma mette comunque in moto le aspettative dei tifosi. Nel giugno 2013 diventa sindaco Ignazio Marino, in grado di dialogare agilmente con Pallotta in inglese. Guarda un po’, nel suo programma c’è proprio il rilancio del quadrante di Tor di Valle. Cacio sui maccheroni. La trattativa sulle infrastrutture da realizzare è lunga e dura, si rischia più volte di rompere, ma alla fine l’accordo è raggiunto: 1,6 miliardi di investimenti privati, 440 in opere pubbliche, realizzazione di strutture viarie e ferroviarie adeguate, un parco sul fiume, in cambio tre grattacieli e una vasta area edificata a uffici, negozi, locali. Su un’area totale di 180 ettari, per quasi un milione di metri cubi.

DUE ANNI DOPO – Siamo un buon 60% oltre le prescrizioni del piano regolatore, ma la giunta Marino è favorevolissima all’iniziativa, che può dare lavoro a 4.000 persone e ottiene la fondamentale etichetta dell’interesse pubblico. Nel 2015, di ritardo in ritardo (progetto molto complesso, si scusano i professionisti impegnati nella lavorazione). viene presentato al Comune un piano definitivo che in realtà è lacunoso. Nel 2016 il responsabile Mark Pannes viene sostituito da David Ginsberg. A metà del 2016 il progetto completo arriva finalmente in Comune. Dove nel frattempo si è insediato un sindaco nuovo, Virgina Raggi. E’ la terza amministrazione a occuparsi della faccenda, dopo quelle di Alemanno e Marino. Purtroppo è anche quella che vede meno di buon occhio tutta la questione. Ha detto no alla candidatura olimpica. E’ tormentata da problemi politici e non. Ha un assessore all’urbanistica, Paolo Berdini, fieramente contrario a toccare il piano regolatore. A novembre si apre la conferenza dei servizi. Domani, in teoria, si chiude, in una giornata d’inverno al calor bianco.

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