Il Messaggero – Borini, stretta finale

Il primo desiderio di Fabio Borini, restare alla Roma. Il secondo, possibilmente non in comproprietà. Quest’ultimo, meno categorico del primo. Quello della Roma, tenere Fabio confermando la compartecipazione. Da Parma fanno sapere di non voler fare sconti e quindi di pretendere denaro, tanto (sei/sette milioni) e subito. A Trigoria non ci pensano proprio, sono forti di un accordo che risale a gennaio: il Parma aveva bisogno di soldi, la Roma ha pagato 2.3 per la metà e si è garantita l’opzione di poter «decidere» lei il futuro di Borini. Cosa è cambiato rispetto a gennaio? Il Parma ha sfruttato il campionato esaltante di Borini, ha ascoltato le richieste di Inter, Psg e ora anche del Liverpool e si sente forte. La Roma è tranquilla, convinta di poter confermare la comproprietà e non versare un euro. Se ora le esigenze del Parma sono davvero diverse e quel gentlemen’s agreement non vale più, il pericolo buste diventa concreto. Vedremo, basta aspettare venerdì, ore 19, termine ultimo per definire le varie compartecipazioni. Alle buste, la Roma rischia di perderlo (ma incasserà) o di prenderlo a una cifra congrua, non sette milioni, forse quattro-cinque, ma sono ipotesi. Quei sette milioni la Roma non aveva previsto di spenderli e non ha intenzione di farlo, si complicherebbero certe altre strategie di mercato. In queste ore, il ds della Roma incontrerà il Parma, Pietro Leonardi e Tommaso Ghirardi, a Milano (anche domani, c’è il consiglio di Lega) per mettere a posto la situazione.

Un altro nodo si chiama Alessandro Florenzi, classe ’91. Pure il Crotone ha alzato il tiro dopo averne riscattato la metà (250 mila euro) e ora vuole 1,5 milioni più «mezzo» Pettinari. La Roma dice no e pensa di chiudere a meno. Per Caprari, il Pescara è ora in possesso della metà del cartellino (pagato 1,2 milioni): la Roma alla fine lo farà restare a un altro anno in Abruzzo. Crescenzi verrà controriscattato dal Bari, Stoian forse no. Antei, come Crescenzi (con il Grosseto). All’appello dei calciatori in bilico (oltre ai giovani Montini, D’Alessandro e Sini) rimangono Kjaer e Borriello, più Pizarro. Per il danese l’intenzione è di lasciarlo andare, a meno che non si rinnovi il prestito. Il centravanti ex Milan cerca «casa», la Juve non lo vuole e non accetta lo scambio con Quagliarella. Pizarro è in bilico, Zeman potrebbe testarlo. E Marquinho? Per lui la data è il 30 giugno, non il 22. L’intenzione è riscattarlo ma non ai 4,5 milioni pattuiti a gennaio con il Fluminense. In questo caso si sta trattando (al ribasso, anche qui) con il club brasiliano che dovrebbe ricevere la prima rata di 2,25 milioni entro il 2 luglio e la seconda di pari entità a febbraio 2013. Tallo verrà riscattato dal Chievo, a cui verrà girata la metà di Greco.

Il mercato della Roma per adesso punta allo sfoltimento della rosa (sullo staff già e stata messa mano, Tancredi ne sa qualcosa, ora occhio ad altri settori del club…), per poi gettarsi sui rinforzi da regalare a Zeman già per Riscone di Brunico. Merkel è un nome buono, Uvini piace più a Zeman che non al ds, Dodò e Castan si materializzeranno. Manca almeno un forte difensore e il ds ha delle idee migliori di Uvini e un centrocampista di grido (Verratti viaggia verso la Juve). In attacco dipenderà molto da Osvaldo (che ha segnato un gol in un’amichevole nella quale ha giocato con e per Messi: partita benefica), se andrà via o meno. Baldini è all’estero, un po’ per fatti suoi un po’ per la Roma, magari proprio per Daniel. Chissà.

Dal presente al passato: ecco Cicinho, che ha parlato a una tv brasiliana, Record. Dichiarazioni choc. “Andavo a Trigoria, mi allenavo ma sapevo che la domenica non avrei giocato. E allora quando arrivavo a casa bevevo molto e fumavo. Mi piaceva andare in discoteca, bevevo, non riuscivo a fermarmi. Non ho preso la droga solo perché sapevo che c’erano i controlli anti-doping, altrimenti l’avrei fatto. L’alcool è la peggior droga che esista al mondo. Ho pensato di lasciare il calcio, stavo a pezzi. Ora voglio tornare a giocare“. Auguri, davvero.

Il Messaggero – Alessandro Angeloni

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